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  • Protestare, un vizio da perdenti: la Juve non fa eccezione, lo dimostra la sanzione ad Allegri

    Protestare, un vizio da perdenti: la Juve non fa eccezione, lo dimostra la sanzione ad Allegri

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    La multa di diecimila euro comminata dal giudice sportivo a Massimiliano Allegri rivela che anche gli juventini protestano per le (non) decisioni dell’arbitro. Magari non lo fanno in pubblico (anzi, in pubblico non lo fanno quasi mai, dicono per stile), ma in privato, o meglio, nel chiuso degli spogliatoi, contestano “all’inizio con tono pacato l’operato arbitrale e, successivamente, in modo irrispettoso, anche  riguardo all’operato del VAR”. Questo il dispositivo del giudice a sostegno della ammenda comminata ad Allegri.

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    Insomma, gli juventini non solo eccepiscono, ma stanno anche dove non dovrebbero (nello stanzino dell’arbitro non si può) a dire che il tocco di mano di Bani era da rigore e che se non lo era per Massa doveva esserlo almeno per quelli che guardano la partita davanti al video di Lissone. Non che Allegri avesse torto. Basta solo ammettere che anche lui, anche loro, sono uguali agli altri. Il calcio è da sempre materia discutibile, figurarsi le decisioni arbitrali.

    Quel che non era prevedibile è che la tecnologia, anziché chiarire, oscurasse sia il regolamento, sia la sua interpretazione. I punti sono proprio questi: troppe e spesso assai discrasiche le letture di un fallo, insopportabile l’uso del protocollo, inaccettabile che il Var intervenga a capocchia. In genere troppo spesso. Qualche volta, come a Genova, nemmeno quando è necessario. Protestare, comunque, non serve, se non a dire che si va alla ricerca di alibi, un vizio da perdenti. Ciò che la Juve non è stata perché ha vinto spesso. E non vorrebbe essere se non accade più.

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