Palazzi chiede la radiazione di Moggi. L'ex dg: 'Siamo su Scherzi a parte?'
17.00 Dopo quasi sei ore, si è conclusa con una lunga dichiarazione finale di Luciano Moggi, l'udienza presso la Commissione Disciplinare, chiamata a decidere sulla radiazione dell'ex dirigente della Juventus. Adesso, la corte avrà 15 giorni di tempo, dall'inizio della camera di consiglio per emettere la sentenza.
16.50 "Io non ho ancora capito quale illecito ho commesso. Non ho fatto niente. Mi aspetto che venga qualcuno con un cartellone: 'Siamo su scherzi a parte'". Luciano Moggi prende la parola nella fase finale dell'udienza davanti alla Commissione Disciplinare della Figc, chiamata a decidere sulla radiazione dell'ex direttore generale della Juventus. "Vi rendete conto che le indagini sono state fatte con i tabellini presi dalla Gazzetta dello Sport e con questi sono state distrutte tante famiglie. Nella giustizia ordinaria, si devono cercare anche le prove a difesa dell'imputato. Nella giustizia sportiva, non l'ho mai visto finora. Io non ho mai chiesto un favore ad un arbitro, non ho mai chiesto ad un designatore la squalifica di un avversario", dice Moggi. "Si dice che quest'associazione avrebbe cominciato a funzionare dal 1999-2000: noi quell'anno abbiamo perso lo scudetto e avevamo 9 punti di vantaggio a 7 giornate dalla fine... I designatori arbitrali erano miei sodali, ma parlavano con tutti e promettevano tutto a tutti...".
16.39 «La giustizia sportiva ha utilizzato le prove a disposizione e ha comminato sanzioni». Stefano Palazzi, procuratore federale della Figc, replica così ai legali di Luciano Moggi nell'udienza davanti alla Commissione Disciplinare, chiamata a decidere sulla radiazione dell'ex direttore generale della Juventus. I legali di Moggi evidenziano che, rispetto ai procedimenti sportivi 2006, sono emersi nuovi elementi dal processo penale in corso a Napoli. «La procura Figc non ha diretto accesso agli atti del processo e le intercettazioni» di cui si parla nell'udienza «sono state depositate ad aprile del 2010». «Tutti colpevoli, nessun colpevole. Questa è la linea dei difensori del signor Moggi. E non può avere cittadinanza giuridica», dice il procuratore. Per il collegio difensivo di Moggi, risponde nuovamente l'avvocato Maurilio Prioreschi. «Gli atti del processo di Napoli sono stati depositati a dicembre 2007. I brogliacci delle intercettazioni, però, non c'erano. E quando c'erano, erano incomprensibili e fuorvianti
«Ci deve essere un batterio killer che blocca il tempo. Come il pm Narducci nel processo di Napoli, anche il procuratore della Figc è rimasto al 2006». Maurilio Prioreschi, legale di Luciano Moggi, apre la seconda parte dell'udienza davanti alla Commissione disciplinare della Figc, chiamata a decidere sulla radiazione dell'ex direttore generale della Juventus. Prioreschi accosta il procuratore federale Stefano Palazzi al pm Giuseppe Narducci, che a Napoli ha chiesto la condanna di Moggi nel processo penale legato allo scandalo di 'calciopolì. «Se dobbiamo difenderci facendo riferimento a sentenze passate in giudicato, cosa stiamo a fare qui?», dice Prioreschi. «Le prove che vogliamo portare alla luce esistevano già nel 2006 ma sono state oggettivamente occultate. Sono state occultate prove rilevantissime per la difesa e le sentenze del 2006 consentivano già di dire che negli atti non c'erano solo le telefonate di Luciano Moggi». «Quando si imbastisce un procedimento disciplinare sulla base degli atti delle indagini preliminari, si rischia di sbagliare. Si tratta di atti di parte, sono fonti di prova e non prove. Per la giustizia sportiva, gli atti delle indagini possono essere solo una 'notizia criminis'. Bisognerebbe utilizzare gli elementi che emergono nel dibattimento: capisco l'esigenza di procedere spediti, ma non si possono sacrificare i diritti degli individui. L'autonomia della giustizia sportiva non può diventare autarchia. La Commissione ha la possibilità di giudicare sulla base di prove acquisite legittimamente in un dibattimento processuale».
13.30 La procura federale si oppone all'utilizzazione di "pretese nuove prove" che la difesa di Luciano Moggi vorrebbe presentare davanti alla Commissione disciplinare della Federcalcio, chiamata a decidere sulla radiazione dell'ex direttore generale della Juventus. "La procura si oppone all'utilizzazione di pretese ulteriori prove da parte della difesa. Non è possibile una revisione delle decisioni sulla base di pretesi elementi di prova emersi dal procedimento penale di Napoli. C'è opposizione ferma da parte della procura", dice il procuratore federale Stefano Palazzi aprendo l'udienza in corso all'hotel Parco dei Principi di Roma. "Il coinvolgimento di altri soggetti - aggiunge Palazzi - non fa venir meno la gravità dei fatti già accertati" a carico di Moggi. Secondo il procuratore, poi, alcune tra le nuove telefonate confermerebbero la gravità della condotta dell'ex dg.