Processo Telecom: 'Così l'Inter spiava la Juventus di Moggi e la Gea'
Le rivelazioni al processo Telecom.
«Così l’Inter spiava la Juve».
Cipriani: «Commissionati dossier su Moggi, Giraudo, Foti, De Santis e sulla Gea».
L’ex dg: «Pazzesco, seguivano me e la mia famiglia».
Le indagini della Polis d’Istinto ricalcano quelle che hanno portato a Calciopoli.
(Tuttosport)
"Mi dissero che De Santis era prezzolato e di scoprire se aveva rapporti col patron della Reggina".
Cipriani e i dossier illegali: "Spiata pure la Gea".
«Spiavamo pure la Gea». Emanuele Cipriani, l’investigatore privato imputato al processo Telecom, aggiunge un altro tassello al mosaico dei dossier calcistici. Durante il controesame, nell’aula bunker di San Vittore, il titolare della Polis d’Istinto ha parlato diffusamente dell’operazione Ladroni, che secondo quanto aveva affermato nelle udienze precedenti Giuliano Tavaroli, ex capo della sicurezza di Telecom e Pirelli, «mi fu commissionato da Massimo Moratti e poi lo gestii con Giacinto Facchetti».
Genesi - Anno 2003: dalle rivelazioni dell’arbitro Nucini a Facchetti sull’esistenza della «combriccola romana» parte l’attività di investigazione che coinvolge soprattutto Massimo De Santis. Tavaroli spiegherà: «Bisognava trovare conferma alle notizie su possibili frodi sportive ». Dare sostanza, insomma, ai sospetti sul sistema di condizionamento arbitrale in capo a Luciano Moggi, all’epoca d.g. della Juventus. Ieri Cipriani ha confermato le ammissioni di Tavaroli (che ha già patteggiato 4 anni) e ha fornito ulteriori particolari: «Ricevetti l’incarico da Tavaroli il quale teneva i contatti con Moratti e mi disse di effettuare una due diligence (analisi contabile, ndr) su De Santis. Facemmo pedinamenti per capire chi incontrava e per scoprire se avesse rapporti col presidente di una società di calcio calabrese, mi pare la Reggina. Mi fu chiesto se De Santis avesse un tenore di vita superiore alle sue possibilità, visto che, come mi dissero, “era una persona prezzolata”: dalle indagini patrimoniali, estese al nucleo familiare, non rilevai però nulla di anomalo».
Altri nomi - Cipriani non sa quale fosse l’obiettivo del committente, però ricorda che «alle riunioni di aggiornamento che tenevamosettimanalmente mi venivano forniti altri nomi che intuivo arrivassero da possibilità interne a Telecom, anche attraverso controlli telefonici». Lo spionaggio si estese alla Gea World, la società di procuratori di Alessandro Moggi, in particolare con «analisi sui bilanci e a livello patrimoniale». Per il pagamento del dossier Ladroni (50 mila euro) Cipriani emise due fatture, datate 2003, a carico di Pirelli. Perché non l’Inter? «Tavaroli mi disse di fatturare a Pirelli che era lo sponsor principale dell’Inter e che poi forse ci sarebbe stata una partita di giro. Utilizzai la mia società inglese Wcs perché l’operazione era estremamente riservata». Menzionando la Gea Cipriani ha confermato quanto riferì in aula la dipendente Telecom Caterina Plateo, incaricata di appuntare le telefonate «in entrata e in uscita delle utenze intestate a Figc, Ceniccola (ex guardalinee, ndr), Juventus e Gea». Quella stessa Gea finita successivamente sotto processo a Roma, con Moggi padre e figlio condannati in appello per violenza privata (pressioni esercitate al fine di acquisire le procure dei calciatori). Risvolti «È come se Tavaroli, Cipriani e chi ha commissionato loro le indagini private abbiano messo le basi su Calciopoli e il processo Gea», commenta Paolo Gallinelli, avvocato di De Santis, che ha fatto causa all’Inter per risarcimento danni (24 ottobre prossima udienza). Anche Luciano Moggi, ieri presente al processo, sta meditando di citare il club nerazzurro in sede civile.