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Processo 'ndrangheta, Agnelli ascoltato come testimone: 'Nessuna pressione, incontri solo con un incensurato'
Nessuna pressione di tipo mafioso né su di lui né su nessuno dei 700 dipendenti della Juventus, quattro o cinque incontri con Rocco Dominello e altri capi ultrà per normali questioni di tifoseria. E' stato questo, secondo quanto è trapelato e come riporta Tuttosport, il contenuto della testimonianza di Andrea Agnelli al processo di 'ndrangheta Alto Piemonte. Dominello è l'imputato che, per l'accusa, tentò di infiltrarsi nel business del bagarinaggio per conto delle cosche. Agnelli avrebbe detto di non saperne nulla, descrivendo Dominello come un rappresentante della tifoseria molto garbato.
"Agnelli ha confermato di aver incontrato Rocco Dominello insieme ad altri ultrà - hanno detto gli avvocati Domenico Putrino e Ivano Chiesa - e poi anche da solo, per ricevere un regalo natalizio. Mai ricevuto pressioni da parte di Dominello. Anzi, lo abbiamo tenuto in considerazione perché era amico di Conte. Ma mai nessuna pressione. Rocco è un incensurato che non ha nulla a che fare con la criminalità organizzata. Ci sono pentiti che escludono che sia un mafioso. Il papà di Rocco, Saverio, ha scontato una condanna inflitta nel 1982 e, anche se adesso è imputato, fino a prova contraria è un cittadino come tutti gli altri: Rocco è sotto accusa solo per il suo vincolo di parentela, e questo è inaccettabile".