Non è stato un derby particolarmente intenso o carico di emozioni. Ma è stato il derby perfetto per la Juve di Fabio Grosso, capace di conquistare la terza finale stagionale dopo quella vinta col Palermo alla Viareggio Cup e quella persa con l'Inter in Coppa Italia. Un quasi filotto che manifesta la superiorità in Italia della Juve ad ogni livello, per una Primavera che, archiviata la delusione in Youth League, ha cambiato marcia senza fermarsi più. Ora rimane la Roma a separare i bianconeri da uno Scudetto che manca ormai dal 2006: in panchina c'era Vincenzo Chiarenza, in campo una squadra di fenomeni per la categoria con Criscito e Marchisio, De Ceglie e Giovinco. Appena poche settimane prima che Grosso diventasse l'eroe del Mondiale, mentre oggi si trova guidare una Juve nuovamente promettente ed incoraggiante in tanti suoi elementi: da Audero a Lirola, da Romagna a Cassata, da Kastanos a Favilli, dopo anni di digiuno ora la Primavera bianconera sembra nuovamente pronta a sfornare calciatori veri, che con un po' di fortuna ed un pizzico di incoscienza potrebbero in un futuro non troppo lontano fare comodo anche alla Juve dei grandi.

LA PARTITA, L'ULTIMA DI LONGO - Troppo forte la Juve Primavera rispetto ad un Toro come al solito ben organizzato ma povero di qualità, per di più arrivato al penultimo ostacolo ormai senza benzina ma con la consapevolezza di essere andato ben oltre propri limiti e aspettative. Di Pozzebon la firma sull'1-0 che non rispecchia appieno quanto la Juve sia stata padrona del campo in questa occasione: e la rete arriva al termine di un'azione da manuale, ispirata da Blanco Moreno, proseguita da Macek e Lirola fino al tocco sottoporta dell'attaccante. Si chiude quindi così il percorso esaltante di Moreno Longo nel settore giovanile granata prima del passaggio che appare ormai imminente alla Pro Vercelli in Serie B: il tecnico campione d'Italia uscente lascia con uno Scudetto ed una Supercoppa in bacheca, ma anche con il più grande merito di aver riportato la Primavera del Toro dove mancava da troppo tempo e dove storia e tradizione dovrebbero imporre.  

@NicolaBalice