Preziosi: 'Non sono un delinquente'
A seguito della perquisizione della guardia di finanza nelle sede del Genoa, il presidente Enrico Preziosi ha voluto chiarire la propria posizione ai microfoni di Telenord a proposito dell'indagine a suo carico sull'inchiesta Infront:
"Sono incazzato nero, ma non mollo. In Italia i processi non si fanno in tribunale ma sui giornali, comunque sia mi interessa rassicurare i tifosi perché ho agito nella piena legalità. Entro fine ottobre ci saranno delle novità sul futuro del club. Nella passata stagione ho ottenuto un prestito di 15 milioni da una finanziaria e dovrò saldare il debito in tre rate, a dimostrare ciò che dico c'è un contratto di 22 pagine e posso dirvi che nessuno concede tali somme di denaro senza ricevere in cambio le giuste garanzie. Il prestito è stato elargito sul mio conto e poi ho provveduto a girarlo su quello del Genoa, ovviamente senza ostacolare il controllo da parte della Covisoc. Sono stanco e stufo, nella mia vita da imprenditore non ho mai preso una multa, mentre nel calcio ne ho davvero viste di tutti i colori. Hanno anche messo in carcere un nostro calciatore senza che avesse fatto nulla, come infatti è stato dimostrato in seguito. In questo paese si salva solo chi ha i giornali dalla propria parte ed esprime tutto il potere. Una vergogna italiana'.
Il presidente rossoblù parla anche dei suoi rapporti con Infront: "Abbiamo solo scontato dei crediti che il Genoa vantava. Come si fa a dire che un finanziamento sia illecito? Mi dispiace essere sbattuto in prima pagina come un delinquente assieme a Lotito, quasi a dire che noi siamo i padroni delle votazioni nel calcio. C’è stata una guerra tra Sky e Mediaset, dalla Champions League ai pacchetti della Serie A: se ci sono stati dei comportamenti illeciti lo dirà la magistratura e l’Antitrust. Il prestito, in quanto tale, serve a risolvere un problema economico e ringrazio chi mi fornisce questo aiuto".