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Preziosi: 'Assedio per Piatek, è unico ma andrà via: l'avesse preso la Juve...'
DOVE LO HA SCOVATO - «Il campionato polacco tranne qualche eccezione non è mai stato così seguito. E perché i top club spesso preferiscono giocatori già “pronti”, esplosi, anche spendendo di più. Prendiamo Mbappé: il Psg lo ha preso quando aveva 19 anni, non 14, e ha speso una cifra da manicomio. Mettiamo che la Juve avesse preso Piatek: probabilmente lo avrebbe “parcheggiato” altrove per farlo giocare».
COLPO DI FULMINE - «La segnalazione fu di un procuratore amico, Gabriele Giuffrida. Solita trafila: highlights - ma lì sono tutti fenomeni, li scorro appena - un link di Wyscout e poi, visto che un giocatore da prendere lo devi studiare e non solo guardare, una partita intera. Non ricordo Cracovia contro chi, ma ricordo dove l’ho vista. A Ibiza, casa mia: era fine maggio. Io, la tv e nessun altro: ho un modo di valutare i giocatori tutto mio, devo essere da solo, senza condizionamenti. Un attaccante che aveva tutto: destro, sinistro, colpo di testa, cattiveria. E che era sempre dove arrivava la palla. Sempre».
IL PASSO - «Mi alzai dal divano. Telefonai a Giuffrida - “Lo prendo” - e a Giorgio Perinetti: “Bisogna incontrare il Cracovia, subito”. Il giorno dopo era tutto fatto. Io sono così, un ansioso: una scelta la azzecco o la sbaglio, ma non mi piace aspettare. Ci sono giocatori che vedi e rivedi: con Piatek non c’era niente su cui riflettere».
MESSI E LEWANDOWSKI - «Li avevo in pugno. Con Messi sbagliai, il problema con Lewandowski fu tecnico ed economico con il suo procuratore, che cambiò le carte in tavola: per me era già del Genoa, aveva anche fatto le visite».
EREDITA' PIATEK - «Per alcuni suoi tiri rasoterra mirati agli angoli è chirurgico come Gigi Riva, per l’opportunismo ha qualcosa di Inzaghi, ma senza partire come lui sulla linea del fuorigioco».
MILITO & CO - «Milito, Thiago Motta e Piatek sono i tre gioielli della mia gestione ma Piatek è molto diverso dal Principe. Le sterzate di Milito erano inimitabili, Krzysztof è più “moderno”, un centravanti classico ma completo: lo lasci che fa salire la squadra e lo ritrovi che è già in area, al momento giusto. Sa a chi assomiglia Piatek? Solo a Piatek».
QUEI 4 MILIONI - «Mi sembrava un prezzo congruo, onesto. Lo stavo prendendo per il Genoa, non per rivenderlo. E anzi in quel momento mi dissi: comprerò anche Favilli, così se non funziona Piatek avrò comunque un buon centravanti».
NIENTE CLAUSOLA - «Nessuna grande mossa: di solito non la metto mai. Le mie trattative sono libere, se un club vuole un mio giocatore ci sediamo e parliamo: “Questo è il prezzo, lo volete?”».
QUANTO COSTA PIATEK - «Non lo so e per ora non mi pongo il problema. Addio a gennaio? Ribadisco: Piatek è essenziale per il Genoa e io devo pensare al Genoa. Poi, non ci prendiamo in giro, io lo so che me lo porteranno via, perché è stratosferico e gli moltiplicheranno l’ingaggio per dieci: ci guadagnerà lui, ci guadagnerà il Genoa e noi punteremo su Favilli. Siamo già tempestati di telefonate, dall’Italia e dall’Europa, tutti top club: chi vorrà Piatek dovrà essere serio e parlare con me, il resto lo considererò malcostume».
DE LAURENTIIS - «Abbiamo già trattato col Napoli? Lo ha detto lui: io non dico mai con chi parlo e chi è interessato a un mio giocatore».
I GOL DI PIATEK - «Intanto non ha giocato contro l’Italia, così si è riposato. Se si ferma lui è perché magari si ferma il Genoa: se Piatek ha una palla buona è facile che faccia gol, il fatto è che bisogna riuscire a dargliela».
IL GENOA DI JURIC - «Piatek non segna più o meno a seconda di chi lo allena: Piatek segna perché ha il gol nel sangue».