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Pres. Spal: 'Noi primi con la Juve? Niente di che, il clima...'
Selfie dei giocatori festanti?
«No: la classifica di Serie A. Me le hanno mandate amici, tifosi. La cosa che mi rende più fiero, oggi, è sapere di essere partiti bene, giocando anche a calcio e che l’ambiente familiare, quasi di una volta, ha ancora un volto che sa stare nel calcio».
Spal prima con Juve e Napoli: che succede in città?
«Niente di che. Noi sappiamo, come tutta la piazza, che l’obiettivo è stabilizzarci. Magari salvarci un po’ prima, ma salvarci».
Tutti dicono: tanto siamo solo alla seconda giornata, fra qualche settimana sarà diverso.
«E probabilmente sarà così: abbiamo battuto Bologna e Parma, con tutto il rispetto non Juventus, Napoli o Milan».
Lei ha giocato a calcio?
«In terza categoria. Ho iniziato ala destra, ho fatto il centrocampista, poi mi hanno messo libero e prima che mi dicessero di andare in porta ho smesso. Per chi tifavo? Milan. Impazzivo per Van Basten».
Oggi la Spal, sua e di suo papà Francesco, ha cinque punti in più dell’Inter.
«Potrei dirle di godere da milanista ma so che fra qualche giornata queste distanze non ci saranno più. La forza di questo club è sapere che tutto va fatto con un senso e senza sogni smisurati. C’è un tale legame fra noi, i tifosi e la città che non riuscirei mai e poi mai a immaginarmi presidente o dirigente di una squadra che non sia della mia città. Che tipo di patròn sono? Faccio tutto con passione, considero i giocatori ragazzi coi quali chiacchierare e lo staff persone perbene con le quali andare anche a cena. Siamo insieme da 5 anni».
Anno 2013, i Colombarini padroni della Giacomense in Seconda Divisione ridanno vita alla Società Polisportiva Ars et Labor.
«Sei anni di Giacomense, prima di essere padroni eravamo sponsor. Nell’estate del 2013 iscriviamo la squadra al campionato, la Spal fallisce ancora e dal Sindaco veniamo coinvolti nell’idea di poter prendere la Spal stessa. Il 12 luglio 2013 nasce appunto la nuova Spal che ha il numero di matricola e l’anima della Giacomense e che è nata con due valori prioritari: il mantenimento dello stesso ambiente familiare, semplice ma propositivo, e del legame affettivo fra noi e la piazza».
Da allora, due fedelissimi: Walter Mattioli e Manuel Lazzari.
«Mattioli ha giocato 25 anni nella Giacomense, per vent’anni ne è stato presidente e da sei ha la stessa carica nella Spal. Persona che sa, con cui la fiducia è totale. E Lazzari, beh, è simbolo della nostra crescita. Manuel è con noi da sempre, dalla Giacomense. E’ il simbolo della continuità. E’ una delle migliori ali della Serie A e averlo tenuto con noi è un vanto».
Il ds Vagnati non ha mancato di inserire altri bei colpi: tipo Missiroli, Petagna, Valdifiori... «Ogni anno abbiamo cambiato categoria e Davide ci ha fatto capire che a ogni gradino dovevamo puntellare il tutto con giocatori più esperti lasciando per forza di cose uscire calciatori che sono cresciuti con noi. E a malincuore, aggiungo. Quest’anno assieme a Semplici ha scelto ancora bene, dando uno slancio in più nella tecnica, nel fisico e nell’esperienza».
Poi c’è il capitano, Antenucci.
«Ha creduto in noi da subito, e non era scontato che lo facesse dopo aver assaggiato il Leeds. E’ testimonial della campagna abbonamenti in cui compare con tutta la famiglia. Il senso è quello, non a caso».
Semplici in tre parole?
«E’ una persona con la quale si sta bene, giocatori compresi. Poi crede nel lavoro, sa fare calcio e far crescere i giovani».
Il Mazza sarà pronto per il 16 settembre?
«Sì: stiamo lavorando giorno e notte per essere tranquilli».
L’ha chiamata Fabio Capello, uno dei grandi ex?
«Non ancora. Ma so che ci vuole bene. Ha iniziato qui. Chissà, probabilmente ci sentiremo».