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Pres. CIO: 'Riapriamo le Olimpiadi agli atleti russi, fuori la politica'. Zelensky: 'Inorridito, sono morti 184 dei nostri'
COSA ERA SUCCESSO - I russi sono stati squalificati per lo scandalo doping dei Giochi invernali di Sochi 2014, poi riammessi in quota contingentata sotto bandiera neutra e dal 24 febbraio scorso banditi (insieme ai bielorussi) a causa della guerra dichiarata dalla Russia all’Ucraina.
ZELENSKY NON CI STA - "Voglio ricordare che nel conflitto, da quando siamo stati invasi, sono già morti 184 atleti ucraini, e che i russi usano da sempre lo sport come strumento di propaganda. L’idea che Russia e Bielorussia possano tornare a gareggiare a livello internazionale mi sconvolge. L’unica risposta seria ad uno stato terroristico consiste nel suo completo isolamento anche nel contesto sportivo", la reazione del presidente ucraino Volodymir Zelensky.
FAZIONI - Se l'Ucraina si schiera compatta contro la riammissione dei nemici giurati, Bach sostiene che "ciò che non abbiamo mai voluto fare è proibire agli atleti di gareggiare solo a causa del loro passaporto. Dobbiamo superare questo dilemma e tornare ai meriti sportivi, non all’ingerenza politica". E dalla sua ha anche un alleato nel presidente francese Macron che, a 589 giorni dall’Olimpiade in casa sua, ha detto di volere Giochi "aperti a tutte le nazioni, nello spirito olimpico, incluse quelle in guerra". Una prima telefonata tra Zelensky e Bach non ha portato a risultati, il conflitto nel conflitto è destinato a proseguire.