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Premier League: Arsenal-West Ham 0-2 MATCH ANALYSIS
LA TATTICA. Visivamente possiamo riassumere il gioco dell'Arsenal come un 4-2-3-1 che in fase offensiva per effetto dell'avanzamento di Ramsey diventa 4-1-4-1. Ma se a sinistra si gioca soprattutto di costruzione, con Cazorla che fa il bello e il cattivo tempo, a destra Chamberlain è prevalentemente un finalizzatore. Il West Ham oppone un 4-3-3 assai approssimativo e in 90' concede ben 14 volte il tiro da dentro l'area agli avversari. Sia chiaro, vincere è bello e aiuta a vincere ma gli Hammers ieri sono apparsi tutt'altro che solidi. La differenza la fanno le esecuzioni dal punto di vista tecnico, perchè incredibilmente si finisce il primo tempo con un tiro a testa nello specchio, e quello del West Ham è pure vincente. Insomma, nessuno si illuda: in campo c'è stato un Arsenal in cui i giocatori sembrano fidarsi ciecamente del proprio ottimo approccio tattico senza capire che nel calcio alla fine i gol sono un fatto tecnico. Torna alla mente la frase di qualche giorno fa di Roy Keane: "Troppi selfie e six packs (gli addominali scolpiti n.d.r.) per pensare che questi vincano il titolo".
I CALCI PIAZZATI. La sfida nelle palle da fermo è stata la sfida nella sfida delle due squadre. Entrambe assai imprecise nella difesa dei palloni piazzati dentro l'area. L'Arsenal è riuscito a regalare il gol di Kouyate al 44' mentre il West Ham ne ha fatte di cotte e di crude. Si aggiunga la peggior partita di Petr Cech che si ricordi negli ultimi anni: uscita avventurosa, avventata e fuori tempo in occasione del'1-0; fuori posizione in occasione del 2-0 di Zarate. Le palle inattive sono comunque la vera chiave di lettura della gara: l'Arsenal usufruisce nei 90' di ben 5 occasioni oltre la trequarti avversaria (di queste prevalenti quelle da sinistra di cui 3 nel primo tempo) e ogni volta che mette palla in area riesce a toccare prima il pallone. Il West Ham invece segna nell'unica che conquista al 44' del primo tempo.
IL TEMA. L'Arsenal arriva più volte al tiro usando due varianti: il cambio di gioco palleggiato da sinistra verso destra che sfrutta la velocità di Chamberlain (ovvero la situazione che aveva fruttato il gol con il Chelsea in Community Shield) e la verticalizzazione giocata sull'intesa interni - esterni di centrocampo a liberare Giroud. Ovvero: Ozil - Cazorla - Giroud oppure Ramsey - Chamberlain - Giroud. Tutto bello salvo il fatto di specchiarsi nella propria capacità di creare gioco senza la cattiveria che serve per finalizzare.
LA MOSSA. Al 67' entra Sanchez per Debuchy in una squadra che rinuncia anche a Coquelin per Walcott. Il primo risultato è che Monreal si fa ammonire dopo 2', primo giallo dell'Arsenal contro un avversario che era andato a 2 ammonizioni già dopo meno di 5'. Il secondo è una sequela di tiri notevole. Ma il punto è che all'Arsenal non manca la quantità quanto proprio l'approccio minimalista ad un gioco minimal come è il calcio in cui il West Ham infatti fa il minimo e vince. Non solo: a fronte di 7 falli nel primo tempo (con 3 ammonizioni) ne commette solo nella ripresa (ben 6 totali di Noble ammonito dopo soli 4') a testimonianza di una progressiva padronanza dell'incontro.
L'ESORDIO DI OGBONNA. Sinceramente non si è capito bene cosa chieda il West Ham all'ex Juventino. Si tratta del resto di un buon marcatore del tutto inadegato a dirigere la diesa. Eppure tra lui e Reid i movimenti sono parsi spesso disordinati per non dire scoordinati. Ammonito già dopo 9' Ogbonna ha provato a interpretare una gara per se stesso più che per il reparto, lasciando spesso a Reid il corpo a corpo con Giroud. C'è tempo, ma se vuole riconquistare un posto in nazionale Ogbonna deve giocare su benaltri livelli. Così come per il West Ham visto ieri, che può festeggiare senza dimenticare che in campionato sarà spesso lui a dover "fare l'Arsenal", ed allora in condizioni diverse anche gli esiti potrebbero essere diversi.
Giovanni Armanini
@armagio