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Premier: l'affascinante tesi della BBC, gli stadi vuoti favoriscono le goleade?
Si comincia col dato assoluto: nelle 38 gare fin qui disputate (da recuperare Manchester City-Aston Villa e Burnley-Manchester United della prima giornata) sono stati segnati 144 gol. Facendo il confronto con le prime 38 gare dello scorso campionato risulta che in questo scorcio di stagione sono stati segnati 40 gol in più. Fra gli altri dati presentati nell'articolo, due meritano citazione: la media gol a partita tocca quota 3,79, superata soltanto dal 3,95 della remota stagione 1930-31; e 11 gare su 38 (il 29%) si sono concluse con almeno 5 gol, la più alta percentuale stagionale dal 1961.
Siamo dunque in presenza di un'apoteosi del gol, come fosse un festival del calcio offensivo che molto emozionerà gli spettatori neutrali ma di certo lascerà perplessi i puristi. Ma da cosa scaturisce tanta prolificità? È una Premier League più offensiva che mai o sono altri i fattori determinanti? L'articolo di Matthew Henry azzarda un'ipotesi suggestiva: e se fosse l'atmosfera rarefatta, provocata dal vuoto sugli spalti, a generare questa raffica di gol? L'interrogativo viene sottoposto a una serie di soggetti portatori di un punto di vista privilegiato: calciatori di Premier in attività o ex, allenatori, commentatori sportivi, psicologi dello sport. Viene fuori che sì, in qualche modo la mancanza della pressione data dalla folla può alterare la concentrazione dei calciatori e generare un calcio un po' più lasco, in termini di atteggiamento difensivo. Ovvio che concorrano altri fattori come la preparazione approssimativa, causata dallo stretto margine fra la conclusione della stagione precedente (a sua volta condotta con una tempistica andata fuori binario) e l'inizio di questa. Ma l'elemento ambientale resta quello maggiormente indicato come determinante. Il Covid-19 sta mutando geneticamente il calcio e gli stadi-acquario sono il laboratorio di questa mutazione.
@Pippoevai