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  • Le dittature del calcio sull'Europa: la Premier unica eccezione. E i playoff?

    Le dittature del calcio sull'Europa: la Premier unica eccezione. E i playoff?

    • Furio Zara
    La serialità non è solo una prerogativa della televisione moderna. Succede lo stesso anche nel calcio dei maggiori campionati europei. Da dieci anni a questa parte assistiamo a varie dittature, interrotte di tanto in tanto dalla classica eccezione che però non scalfisce la potenza (sportiva, economica) dei padroni dell’Europa. Tutto ciò a danno della competitività, anche se - questo va detto - la serie A quest’anno, grazie al Napoli e nonostante la caduta di Firenze e il -4 di distanza dalla capolista, si è rivelato il più avvincente dei tornei europei. 

    In ogni caso la Juventus ha concrete possibilità di vincere il settimo scudetto consecutivo. Dovesse riuscirci, sarebbero sette titoli nell’ultimo decennio. Appunto: una dittatura. L’ultima eccezione è stato il Milan di Allegri (2010-11), poi il tricolore è diventato bianconero. 

    BARCELLONA E BAYERN - In Spagna succede la stessa cosa. Scudetti in serie, fino alla noia. Il Barcellona di Messi ha appena timbrato il settimo titolo negli ultimi dieci anni. Due intrusi, si fa per dire: il Real Madrid (con due vittorie) e l’Atletico Madrid di Simeone (un titolo). Sette sono anche le vittorie del Bayern di Monaco (le ultime sei consecutive). Gli avversari si sono piegati allo strapotere di una squadra che in Germania non ha rivali da anni. A dare fastidio ci hanno provato il Borussia Dortmund (due titoli) e la sorpresa Wolfsburg, ormai dieci anni fa e sembra preistoria. La distanza tra il Bayern e gli inseguitori si fa sempre più significativa: in questo momento, a due giornate dalla fine, tra la squadra di Jupp Heynckes e lo Shalke 04 secondo in classifica c’è un abisso di 24 punti. In Germania si è discusso - su proposta dei club concorrenti del Bayern - dell’introduzione dei play off. Proposta bocciata. Comanda il Bayern, è sua la voce del padrone. 

    PSG - In Francia la potenza economica del Psg - parlano gli investikmenti sul mercato - non ha rivali. Cinque degli ultimi sei titoli della Ligue1 sono finiti a Parigi, con una serialità interrotta soltanto dal Monaco, l’anno scorso, e preceduta - dopo la dittatura del Lione (7 trionfi di fila dal 2001-02 al 2007-08) da una distribuzione democratica della vittoria finale, con Bordeaux, O.Marsiglia, Lilla e Montpellier che dal 2008-09 al 2011-12 hanno arraffato quello che potevano, prima che entrasse prepotentemente in scena il Psg. 

    ECCEZIONE PREMIER - In verità l’unica eccezione di rilievo in Europa è rappresentata dall’Inghilterra. La Premier League - negli ultimi dieci anni - è finita sei volte a Manchester, ma i titoli se li sono divisi lo United (3) e il City (3) e l’unico avversario serio - al netto degli miracolo del Leicester di Ranieri nel 2016 - si è dimostrato il Chelsea (3 vittorie). 

    OLANDA, PORTOGALLO, TURCHIA, GRECIA - Non che negli altri campionanti d’Europa ci sia più democrazia. in Olanda il Psv ha vinto tre degli ultimi quattro titoli, prima ci aveva pensato l’Ajax a fare incetta di vittorie (4). In Portogallo dal 2002-03 vincono solo Benfica (suoi gli ultimi quattro titoli) e Porto. Più incerto il campionato turco, dove detta legge la triade composta da Galatasaray (3 titoli negli ultimi dieci anni), Besiktsas (3) e Fenerbahce (2). Impressionante quello che succede in Grecia: quest’anno l’Aek di Atene ha acchiappato il suo 12° titolo da mettere in bacheca, ma è una mosca bianca a fronte dei cugini dell’Olympiakos che dal 1996 ad oggi hanno vinto la bellezza di 19 titoli sui 22 in palio. 

    SOLUZIONE PLAYOFF? - Solo con l’introduzione dei play off le gerarchie che in questo momento in quasi tutta Europa sono scritte a ferro e fuoco sulla pietra, potrebbero in qualche modo venire ribaltate. Ma da quell’orecchio, non ci sente nessuno.

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