AFP via Getty Images
Premiato dalla Fifa per aver salvato una vita in campo, Mattia Agnese a CM: 'L'avversario è come un amico, dovevo farlo'
I VALORI DEL CALCIO - Lo raggiungiamo via telefono, dal quale emergono limpide la sua gioia e la sua educazione. Da dilettante, non è certo abituato a simili attenzioni per il calcio: "In questo periodo sto provando fortissime emozioni" ci racconta. "Sono emozioni che chi gioca a calcio spera di vivere, ieri ho parlato con Ruud Gullit (che l'ha premiato, ndr), uno dei più forti della storia del calcio. Sono contento che gente come Messi e Ronaldo abbia saputo del mio gesto. Il messaggio che voglio far passare è il significato della sportività, il lato umano del calcio, che è molto più che un tiro all'incrocio dei pali. L'avversario è un amico, specie se siamo tutti amatori che amano il calcio. A volte nello sport alcuni valori si perdono, ma penso che sia sempre giusto ricordarli".
IL GESTO - Ma torniamo al gesto decisivo. A gennaio, in una sfida contro la Cairese, Mattia si scontra con un avversario che cade a terra. Si rialza, si gira e nota che il rivale non si alza. Così, tempestivamente, lo mette in posizione di sicurezza, tirandogli fuori la lingua. "L'unica cosa a cui ho pensato è stato salvargli la vita. Mi sono spaventato un po', ma ho pensato che era il momento di prendere in mano la situazione. Ero pronto, dovevo farlo. Non ho fatto alcun corso di primo soccorso, la fortuna è stato vedere casualmente un video partito in riproduzione casuale su Youtube. In un campionato straniero c'era un calciatore a cui è successa la stessa cosa e veniva aiutato da un medico. Così, l'ho rifatto. E sarei stato pronto a fare anche altro, come un massaggio cardiaco". Un gesto che a Mattia è valso il premio Fifa, per Matteo - il nome dell'avversario - la vita. "Era la prima volta che lo vedevo - conclude ma poi ci siamo sentiti. Siamo rimasti immediatamente in contatto per aggiornarci sulle condizioni, ma ci sentiamo spesso perchè è nata un'amicizia".
IL RITRATTO DEL MISTER - Gli fa eco Vincenzo Stragapede, suo allenatore: "Al momento del gesto, a gennaio, siamo rimasti senza parole. Sul momento pareva un normale scontro di gioco, invece Matteo ha perso i sensi. Mattia ha avuto la prontezza di girarlo sul fianco e togliergli la lingua, facendolo riprendere a respirare". E quando gli chiediamo di Mattia, Vincenzo ne parla con orgoglio: "Lo alleno da 10 anni, da quando faceva i Pulcini. Da sempre è un ragazzo disponibile, rispettoso, educato, forse troppo per il calcio, dove per emergere serve un po' più di sana cattiveria. In prima squadra lo chiamano 'l'avvocato' perchè è sempre composto, rispetta tutti". Se n'è accorta anche la Fifa. Complimenti, Mattia, testimone sul campo di come il calcio non sia solo un tiro all'incrocio dei pali.