Prandelli: “Balotelli? Speriamo bene, è l'ultima spiaggia. Tutti ora tifano per lui"
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IL RITORNO - "Pronto? Chi può dirlo… Speriamo, ma non è uno scherzo alla velocità cui si gioca oggi. Il preparatore dice che ha 35/40 minuti, non di più, comunque sono tanti. La cosa bella è che tutti sono diventati all’improvviso tifosi di Mario. E lui non l’ho mai sentito così carico, così prepotentemente deciso a tornare. Se Gila dice che ha il fuoco dentro, vuol dire che ha sentito qualcosa. Di ultime spiagge Mario ne ha avute, eccome, ma dopo questa credo non ce ne siano proprio più".
MOTIVATO - “Ora non serve parlare, dev’essere giudicato per quello che farà in campo. Deve capire che quest’ultima chance è la più importante per farsi ricordare. Non mi fraintenda, è già nella storia dell’Italia, nei ricordi più belli. Ma tutti vorremmo un gol meraviglioso al debutto. Sarebbe una favola. Difficile, lo so, ma se chiudiamo gli occhi le favole ci accompagnano sempre. Se rivedo il 2012, ho davanti uno dei quattro o cinque top mondiali per tecnica, personalità, potenza, precisione nei passaggi, sicurezza. Aveva tutto. Forse questo tutto è arrivato troppo velocemente e lui non era pronto a gestirlo, la popolarità l’ha condizionato. E il personaggio purtroppo ha preso il sopravvento. Ha messo il quotidiano alle spalle, dimenticando che il successo si conquista ogni santo giorno sul campo, in allenamento. Con la continuità".
IL RAPPORTO - "Mario è una persona sensibile, per bene, buona. Nessuno gli vuole male. Eh, sì, a volte mi ha fatto arrabbiare e l’incazzatura c’era perché sentivamo di avere qualcosa di straordinario tra le mani, ma il tempo passava, il calcio è ora e subito, e lui ogni tanto... Però in azzurro ha fatto benissimo, ha segnato più che nei club. Ha sempre amato sinceramente la Nazionale. Una sera eravamo a Coverciano io, il mio vice Lele Pin, Antonio Cassano e lui. Mario ripeteva: “Sono forte come Ronaldo”. E io: “Guarda, Mario, tra te e Ronaldo c’è almeno una differenza...”. Lui e Cassano cercavano di capire quale fosse, così ho spiegato che Ronaldo andava in area quarantacinque volte a partita e lui sei. Così era difficile fare gli stessi gol. “Hai tutto, accidenti...”, gli dicevo. Eravamo sinceri perché gli volevamo bene. L’ultima volta che gli ho parlato è stata tanto tempo fa, anni dopo il Mondiale. Ma ho fatto più interviste su Balotelli che sulla Nazionale, anche con la stampa estera... Mario è molto orgoglioso e pensa sempre di risolvere le cose da solo, non chiede aiuto. Il Genoa sta soffrendo, spero che Mario gli dia una gran mano. Facciamo tutti il tifo per Balo, gli direi: Mario, dimostra le tue motivazioni tutti i giorni. E glielo ripeterei all’infinito".
Commenti
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Poteva prenderlo il Milan , altro che Okafor e compagnia