Dilemma Milan: punta sui giovani con una dirigenza vecchia. Ne sarà capace?
"Stiamo guardando a circa cento ragazzi intorno ai 18-20 anni e ne abbiamo individuati alcuni che speriamo di portare già al Milan". Silvio Berlusconi traccia la strada per il futuro del club di via Turati e aggiunge: "Tutti i nostri osservatori oggi hanno lasciato l'attenzione ai cosiddetti top player e si sono dedicati ai top young".
Un neologismo se possibile ancor più brutto di 'top player', vale a dire 'top young', rischia dunque di entrare nel lessico calcistico italiano (già abbastanza martoriato), e in particolare nel linguaggio dei tifosi milanisti.
Ma a parte le questioni lessicali, sorge spontanea una domanda: il Milan ha i soldi (o la volontà di spendere i soldi) per acquistare i migliori giovani del mondo? Oppure, più realisticamente, dovrà accontentarsi di qualche vecchio leone di provata affidabilità, alla Drogba per intenderci?
Già, perché i giovani, quelli veramente bravi, costano davvero tanto. Due esempi? La scorsa estate il Chelsea ha acquistato il 21enne brasiliano Oscar per 31 milioni di euro. E il Paris Saint Germain per il 20enne Lucas Moura ha speso 45 milioni di euro.
Quindi, o il Milan ha intenzione di iniziare a investire davvero pesantemente sul mercato dei giovani, con il rischio (sempre presente quando si lavora sui talenti in erba) di bruciare anche grosse cifre (il nome Pato vi dice niente?). Oppure sceglie la strada della competenza, del 'talento nella ricerca di nuovi talenti'.
Ma una dirigenza anziana (Berlusconi stesso, Galliani e Braida), bravissima ad acquistare i migliori fra i giocatori già affermati (sensazionale il colpo Ibrahimovic nel 2010), saprà essere altrettanto brava nell'intraprendere questa nuova via? O forse, anche in quel settore del club più titolato al mondo, sarà necessario l'innesto di forze fresche...