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Possesso ossessivo, Nzola e Beltran a secco: tutti i problemi della Fiorentina
SEDUTI? – La domanda è tanto spontanea e lecita quanto complessa: ma che cosa è successo alla Fiorentina? Tutto e niente. La chiave sta, probabilmente, nell’analizzare quanto accaduto nella sfida col Napoli campione d’Italia. La squadra ha, semplicemente, girato alla perfezione. La Fiorentina ha dominato nel possesso palla e nelle occasioni, la mediana ha macinato gioco con pazienza, i difensori hanno messo un’attenzione diversa dal solito e ogni componente del pacchetto arretrato si è sempre fatto trovar pronto in caso di qualche sparuta quanto inevitabile ingenuità di un compagno. Soprattutto, seppur senza segnare, l’apporto di Nzola alla manovra è stato preziosissimo. La Fiorentina si è seduta da quella straordinaria vittoria? Probabilmente no, più semplicemente alcune cose che avevano funzionato così bene un mese fa si sono inceppate.
LA SOLITA, NEL BENE E NEL MALE – Quella vista con la Juve è stata la solita Fiorentina di sempre, padrona del campo in quanto a possesso palla, abile e rapida nella riaggressione, paziente nel manovrare. Con i suoi pregi, la Viola si è comunque mostrata anche in tutti i suoi difetti. I gigliati non sono mai riusciti a scassinare la scatola difensiva messa in campo dalla Juventus, il possesso palla si è rapidamente trasformato in un esercizio a tratti fastidioso di passaggi in orizzontale. Poco movimento fra le linee e, al netto di un commovente Nico Gonzalez, un apporto quasi nullo da parte degli attaccanti. Prima Beltran e poi Nzola sono stati annientati dalla morsa di un Bremer quasi perfetto. E qui sta forse il peccato originale di una Fiorentina sempre più eterna incompiuta. Quando la punta (ormai quasi una costante) non riesce ad entrare nel vivo del gioco, la squadra non riesce a trovare incisività sotto porta e i numeri indicano in maniera inequivocabile come a Firenze esista un problema centravanti. In undici partite di campionato le punte gigliate hanno trovato la miseria di un solo gol (Nzola contro il Cagliari, rete del definitivo 3 a 0). Se i giocatori di maggior talento come Nico e Bonaventura non pescano il Jolly diventa tutto ancora più difficile
DISATTENZIONI – Alla ricetta aggiungiamo anche le ormai croniche disattenzioni difensive, che una squadra come la Juve (ma anche la stessa Lazio) difficilmente ti perdona, ed una certa rigidità tattica dell’allenatore che è estremamente riluttante a cambiare modulo anche in situazioni emergenziali. Il risultato è quello di una squadra, quando non tiene i ritmi altissimi, prevedibile e poco pericolosa negli ultimi 20 metri, che espone il fianco quando gli avversari ripartono e che, soprattutto, non cui non riesce praticamente mai mettere a referto i gol ‘sporchi’, quelli che segnano i centravanti veri. Anche perché la Fiorentina al momento non ne ha e questa sicuramente non è una colpa di Italiano.