Plusvalenze, perché (quasi) tutti le ignorano? Eppure Juve e Napoli...
Metà della squadra Primavera del Milan è stata ceduta all’Inter, e metà di quella dell’Inter è finita al Milan. Ma non sono operazioni per motivi tecnici, eh? Il campo non c’entra proprio nulla. Cosa interessa a questi del campo? Solo che danno valutazioni esagerate a quei ragazzi e sistemano i bilanci. Bella idea, eh? E giù risate.
Erano gli anni a cavallo tra vecchio e nuovo millennio e nel mondo del pallone si raccontavano storie che sembravano incredibili e scatenavano l’ilarità di chi ne veniva a conoscenza. Certi dirigenti venivano descritti come i nuovi furbi, quasi fossero fenomeni. In realtà non c’era nulla da ridere, perché quegli escamotage hanno contribuito a portare il calcio italiano sull’orlo del collasso economico: sono saltati per aria il Parma di Tanzi, la Fiorentina di Cecchi Gori, il Napoli dei presidenti avventurieri; la Lazio di Cragnotti si è salvata per miracolo con l’intervento di Lotito, la Roma di Sensi ha vacillato paurosamente, le stesse Inter e Milan hanno dovuto progressivamente ridurre le loro ambizioni fino a essere cedute da Moratti e Berlusconi. Non solo per le plusvalenze, ma anche per queste, perché poi i bilanci non erano reali, erano artefatti, stavano in piedi con le alchimie finanziarie: inevitabile che alla fine i nodi venissero al pettine.
Nelle ultime ore abbiamo letto i motivi per i quali il Parma - di nuovo - è stato condotto a una seconda morte da Ghirardi, il presidente che stava simpatico a tutti, e da Leonardi, il direttore generale ex allievo di Moggi che brillava per arroganza. Secondo la Procura della Repubblica alla base del pazzesco crac da 200 milioni che ha portato al fallimento del 2015 c’era il sistema delle plusvalenze. Ancora le plusvalenze.
Calciomercato.com, attraverso il pregevole e minuzioso lavoro di Pippo Russo, ha portato alla luce una realtà inquietante e gravissima: l’uso delle plusvalenze per sistemare i bilanci delle società continua a essere un’abitudine. Abbiamo denunciato quanto accaduto tra Chievo e Cesena, adesso abbiamo intrapreso un percorso che ci ha portato a mettere in evidenza le storture nella gestione del Vicenza, altro club storico arrivato al capolinea. E, indagando su operazioni di mercato e bilanci, stanno emergendo collaborazioni con società di alto, altissimo profilo: non sono esenti dal vizio nemmeno i due club che guidano la classifica di Serie A, Napoli e Juve (in parte ne abbiamo raccontato e in parte ne racconteremo).
Le nostre denunce, ignorate dalla quasi totalità della stampa, sono state raccolte da due entità totalmente diverse eppure straordinariamente importanti: Striscia la notizia, che ci ha affiancato nel lavoro di indagine e ha portato a conoscenze della vicenda anche il pubblico televisivo, e la Federcalcio commissariata, che ha subito aperto un’inchiesta su Chievo e Cesena.
Noi andremo avanti a lavorare e denunciare tutto quello che scopriamo, chiunque riguardi, e pazienza se altri - chissà perché - continueranno a tapparsi occhi e orecchie. Ci aspettiamo che non si fermino nemmeno la Figc di Fabbricini e la Lega di Malagò. La rinascita del calcio italiano non può neppure cominciare se si consentirà a chiunque, italiano o straniero che sia, di acquistare i nostri club, grandi o piccoli che siano, senza fornire le necessarie garanzie, e se non si impediranno gli escamotage che permettono di tenere in piedi in modo artificioso le società in crisi.
@steagresti