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Plusvalenze fittizie: sequestrati 3,7 milioni al Chievo e Campedelli, 5,3 al Cesena. Sono 29 gli indagati, i dettagli
NUOVO CAPITOLO - Si tratta di un nuovo capitolo della vicenda, che vede sempre tra le protagoniste il Cesena, ormai fallito, e il Chievo, retrocesso in Serie B nella stagione appena conclusa. Il Tribunale ha disposto il sequestro preventivo di beni per 3,7 milioni di euro nei confronti del Chievo e per 5,3 milioni contro il Cesena Calcio. Coinvolti nel provveddimento anche i presidenti dei due club, tra cui Campedelli. In tutto sono salite a 29 le persone indagate, con le ipotesi di reato per bancarotta fraudolenta, falso in bilancio e reati tributari di emissione e utilizzo di fatture false.
PROCEDIMENTO PENALE - In virtù delle informazioni acquisite, si legge sul comunicato della Guardia di Finanza, la Procura di Forlì ha immediatamente avviato il relativo procedimento penale, che ha indotto a ipotizzare la commissione di tali reati. Nello specifico, sotto la lente di ingrandimento ci sono gli affari conclusi tra Chievo e Cesena tra il 2014 e il 2018, aventi ad oggetto calciatori minorenni, che si verificavano solo a livello cartolare. Le false plusvalenze ammontano a circa 30 milioni di euro ed erano necessarie per mantenere in vita una società sull'orlo del fallimento da diversi anni.
PARLA GRAVINA - Il presidente della Figc, Gabriele Gravina ha commentato a margine del consiglio federale: "Non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione sul Chievo, come società è perfettamente in regola e ha rispettato tutti i parametri. Nel momento in cui dovessero pervenire alcune preclusioni in riferimento alla società Chievo, è chiaro che adotteremo tutti i provvedimenti utili per adempiere a un nostro dovere di rispetto delle regole".