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    Platini: 'Tavecchio non è razzista ma ha fatto una c...a. Ecco cosa penso di Totti, Pogba e della moviola in campo'

    Platini: 'Tavecchio non è razzista ma ha fatto una c...a. Ecco cosa penso di Totti, Pogba e della moviola in campo'

    Il presidente della Uefa Michel Platini, intervistato da Sky Sport, è tornato su molti temi di attualità del calcio italiano, dall'inibizione del presidente della FIGC Tavecchio, sulla Juve, sulla Roma e sulla moviola in campo. Ecco un estratto delle dichiarazioni, che saranno rese in forma integrale nella giornata di sabato:

    Sulla vicenda Tavecchio: si sarebbe aspettato o avrebbe ritenuto opportuno che lui ritirasse la sua candidatura?
    No, perché questa candidatura è decisa dal popolo italiano, non da nessun altro. Dunque, è il calcio italiano che ha deciso di avere un presidente o un altro. Noi non abbiamo interferito. Dopo, la disciplinare ha preso il suo caso e lo ha sospeso da tutte le sue funzioni all’UEFA per sei mesi, che non è tanto.
     
    Se fosse stato Tavecchio ha ritirare la candidatura?
    Se il calcio italiano ha ritenuto che non era buono, io non l’avrei votato. Noi siamo in democrazia, ha fatto una cavolata (anche se Platini usa un altro termine, ndr). Ha fatto uno sbaglio, un punto finale. Non lo conosciamo bene, non è razzista, non è niente, ma ha fatto un’uscita infelice.
     
    Sulla moviola
    Sono totalmente contrario alla moviola in campo, perché dobbiamo dare giustizia, dobbiamo aiutare la giustizia, dobbiamo aiutare gli arbitri ad essere migliori, dobbiamo aiutare gli umani ad essere migliori, ma sarà un disastro per il gioco del calcio. Abbiamo il gioco più bello, più popolare del mondo e dobbiamo rompere questa fluidità, questo gioco. Sono totalmente contrario e penso che non serve. Tutte le televisioni vogliono la moviola in campo, ma tutto il resto non è che vuole la moviola in campo.
     
    Anche gli allenatori iniziano a chiederla
    Quando devono giustificare perché hanno perso.
     
    Garcia, per esempio, l’ha fatto; lei dice che l’ha fatto per questo?
    No, no, quando c’è una cosa in favore, non sono più per la moviola, quando sono contro, l’arbitro ha sbagliato. Poi, tutti i consulenti che parlano tutti i giorni di arbitri saranno in pensione, perché non hanno più niente da dire.
     
    Cosa pensa di Garcia?
    È una persona molto brava, lo conosco abbastanza bene, è molto simpatico, ha fatto un lavoro incredibile alla Roma. È arrivato come il francese con la puzza sotto il naso, come tutti i francesi che vengono in Italia. Ha fatto bene, ha il supporto dei giocatori, dei tifosi, della società, ha fatto giocare molto bene la Roma. Complimenti, sono molto orgoglioso di essere francese a Roma, merito suo.
     
    Adesso è molto più gladiatore del Colosseo, perché sta diventando molto romano
    Perché vince.
     
    Totti
    L’ho sempre detto, Francesco Totti è un genio del calcio, ha fatto delle bellissime cose ma, come diciamo noi, è l’unica, può darsi, grande stella, che ha fatto la sua carriera in una sola squadra. Fosse andato in un altro grande club, all’estero, non dico nel nord dell’Italia, ma all’estero, può darsi che avrebbe vinto molto di più a livello internazionale.
     
    Le sarebbe piaciuto avere la stessa storia di Totti?
    No, perché quando, a 32 anni, non avevo più benzina ho deciso di chiudere, di fermare la macchina, finito.
     
    Consiglierebbe a Pogba di rimanere a lungo alla Juventus e alla società bianconera di resistere alle offerte dei grandi club europei e mondiali?
    Ma la Juve è un grande club europeo.
     
    Quindi, la risposta è si?
    Pogba deciderà lui quello che vorrà fare, sarà un rapporto con la Juve, ci sarà una somma importante di soldi, deciderà la famiglia Agnelli, con il presidente Andrea, quello che ci sarà da fare. Questo è un fatto di opportunità.
     
    Perché rifiutò di tornare alla Juventus per ricoprire altri ruoli, su proposta dell’avvocato Agnelli, dopo aver smesso di giocare?
    Mi aveva chiesto se era vero che chiudevo con il calcio e gli risposi di si. Non perché c’era un’altra società, ma ho detto no, perché volevo tornare a casa, al mio porto d’origine. “Vediamo come vanno le cose e ne riparliamo fra qualche anno”. Non ho mai più avuto la volontà di ritornare a Torino, perché ho sempre detto che non si vive due volte la stessa storia d’amore.
     
    Maradona, Zico, Platini, grandi stranieri del suo passato italiano; è vero che chiedeva, appena finita la partita, cosa avesse fatto il Napoli e chi avesse segnato?
    No, erano i giocatori in panchina, soprattutto Caricola, che mi dicevano se Zico e Maradona avevano segnato e che dovevo segnare. La storia è totalmente al contrario. Loro me lo dicevano, io non andavo a cercare il risultato.

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