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Pjanic, più parole che gioco: per la Juve è un punto debole
Nell'intervista, il bosniaco della Juve parla anche di se stesso, come calciatore e centrocampista, attraverso il filtro del dialogo (ancora costante, a suo dire) con il suo ex allenatore, Massimiliano Allegri. Pjanic rivela: "Allegri sostiene che appena arrivato dalla Roma non fossi in grado di fare passaggi più lunghi di cinque metri, e che se sono diventato un grande calciatore lo devo solo a lui".
A quanto ci risulta però, nel periodo del confronto con la società prima del suo esonero, proprio Pjanic era uno dei giocatori di cui Allegri aveva chiesto la cessione. E ci risulta che anche Fabio Paratici non fosse del tutto contrario all'idea, anzi.
L'arrivo di Maurizio Sarri poi ha cambiato le carte in tavola, perché il sistema di gioco dell'ex allenatore di Chelsea e Napoli necessità di un regista basso che imposti e che faccia da equilibratore fra i reparti, di un 'Jorginho' insomma.
Il problema è che, per i suoi obiettivi, la Juventus avrebbe bisogno di un giocatore di ben altro livello di un semplice 'Jorginho'. E la domanda è: Pjanic è quel tipo di giocatore?
L'ultima stagione in bianconero e la pre-season 2019-20 fanno sorgere molti dubbi a proposito, perché quello che abbiamo visto e che continuiamo a vedere è un giocatore che, a nostro avviso, non ha mai fatto il definitivo salto di qualità, quello step in grado di portarlo allo stesso livello di Modric, Eriksen, Kroos, Rakitic, Pogba, insomma, dei massimi interpreti del ruolo a livello mondiale. Il Pjanic che vediamo è il giocatore che preferisce sempre il passaggio orizzontale (o all'indietro) rispetto alla verticalizzazione, la giocata sicura a quella coraggiosa, quello che fa ancora passaggi lunghi non più di cinque metri.
Vorremmo invece vederlo spavaldo in campo così come lo è stato, a parole, nell'intervista a Vanity Fair. Perché Sarri e la Juve hanno tremendamente bisogno di lui.