Romamania: più in basso di così c'è da scavare. E se deve pagare l'allenatore...
Lo dico subito: se il futuro di Di Francesco dipendesse o fosse dipeso dalla prestazione di domenica sera contro il Genoa, beh, non avrei dubbi: grazie tante e arrivederci, con un magone grande così. Il perchè l'ho esternato diverse volte. Resto dell'opinione che questo sia un allenatore bravo _ e lo scorso anno in parte lo ha dimostrato _ ma messo in condizioni di lavorare pessime, a causa di un mercato disastroso che lo ha costretto alla rincorsa di una stabilità tattica che, se c'è stata, è durata il breve volgere di poche partite.
Però, ho negli occhi la Roma di ieri sera. Una squadra che tutto mi è sembrata tranne che una squadra. Un gruppo di ragazzi inghiottiti da incertezze, paura, scarsa convinzione, confusione e potrei continuare per altre due righe almeno. L'impressione è che molti giocatori non credano più in quello che fanno, non per chissà quali contrasti con l'allenatore, ma per un fisiologico calo di fiducia nei confronti del medesimo. D'altra parte, il primo compito di un allenatore è quello di trovare soluzioni adeguate. E Di Francesco ne ha scandagliati di sistemi di gioco e soluzioni tattiche, senza riuscire a trovare quella giusta. E a questo punto, credo che questa incessante ricerca, _ non dico dell'Eden tattico ma perlomeno di un sano Purgatorio _ senza un punto di arrivo abbia minato psicologicamente i giocatori. Ieri, parevano fantasmi. In campo non parlavano, si guardavano attorno spauriti, tranne rari esempi, tipo Zaniolo, Manolas e Cristante. E solo la capacità di sprecare l'impossibile del Genoa non ha trasformato il primo tempo in un'umiliazione di quelle da ricordare per decenni. Poi però, mi si dice che la squadra ha reagito, rimontato, vinto addirittura, anche grazie a quel rigore non dato di Florenzi su Pandev che certo grida vendetta. Tutto vero, ma la qualità della prestazione è stata al limite dell'inguardabile. Orrenda. E allora se c'è da salvare il soldato DiFra perchè ha preso i tre punti si faccia pure, con la speranza che a Torino esca fuori il colpo di teatro _ hai visto mai _, ma è ormai evidente come la squadra abbia perso gran parte della capacità di reagire. Peggiorando nelle prestazioni da Cagliari, a Plzen, fino al Genoa. Segnale quest'ultimo, da non sottovalutare.
Poi, voglio spendere due parole sulla contestazione della Curva Sud all'Olimpico. Sancita da un documento nel quale sono state fissate le virgolette di Pallotta e Monchi soprattutto, dal 2012 a oggi, tra proclami e promesse non mantenute. Dal pallottiano «Entro 5 anni lo scudetto» del 2012, al «Non abbiamo bisogno di vendere, la squadra sarà rinforzata» di Monchi, prima delle cessioni di Alisson, Nainggolan e Strootman. «Siamo stanchi, non riusciamo più a tollerare questa situazione dopo anni di menzogne, proclami di vittorie e promesse mai mantenute da questo presidente», hanno scritto i tifosi esasperati, mentre l'Olimpico faceva registrare il record negativo stagionale di presenze. Sarà il caso di rifletterci su dalle parti di Trigoria, ma soprattutto a Boston, tempio di James Pallotta, il principale colpevole dell'attuale situazione, secondo gran parte del popolo giallorosso.
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