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    Più forte di Slavia e Var: questa Inter può battere anche il Barcellona

    Più forte di Slavia e Var: questa Inter può battere anche il Barcellona

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Lo Slavia è una piccola squadra, ma un’Inter così può battere anche il Barcellona e qualificarsi agli ottavi di Champions League. Per ora è stato fatto il primo passo (3-1 a Praga), il secondo e decisivo deve compiersi il 10 dicembre a San Siro contro i campioni di Spagna. La superiorità del Barcellona è nel suo percorso che lo colloca al primo posto del girone, ma proprio questa circostanza potrebbe giocare a favore dell’Inter. I catalani non hanno più traguardi da raggiungere in questa qualificazione, devono tenere d’occhio la Liga e potrebbero essere tentati dallo schierare le seconde linee. Questo ovviamente non assicura la vittoria a nessuno, però un’Inter motivatissima, attenta, compatta e letale come l’abbiamo vista a Praga ha tutto per farcela senza dover aspettare il risultato di Dortmund (i nerazzurri sono in vantaggio negli scontri diretti).

    Contro lo Slavia la vittoria è stata netta e mai in discussione. Neppure quando il Var, al 35’ del primo tempo, ha riproposto la stessa situazione di Spal-Fiorentina del campionato scorso. L’Inter, già in vantaggio dal 19’ grazie ad un gol di Lautaro su assist di Lukaku, infrangibile rispetto alle spallate dei difensori ceki, raddoppia. Questa volta è Lautaro ad intercettare palla ad un distratto Frydrych, servizio per il solissimo Lukaku e palla in rete. L’arbitro, il polacco Marciniak, viene richiamato dal Var (il connazionale Gil) per rivedere un’azione avvenuta qualche secondo prima del gol in area interista, quando l’attaccante Olayinka entra in contatto con De Vrij e cade a terra. L’intervento sembra sul pallone, ma ad un’attenta analisi Olayinka lo sposta con una frazione di secondo d’anticipo e l’interista lo colpisce. L’arbitro decide per il rigore e, dunque, anche per l’annullamento del gol di Lukaku. Il conseguente rigore, trasformato da Soucek, avrebbe potuto avere effetti mortiferi. Primo, perché passare in meno di due minuti dal 2-0 all’1-1 provoca uno choc emotivo notevole. Secondo, perché lo Slavia, che sarebbe andato incontro ad una dura lezione, si è rianimato e ha cominciato a giocare.

    L’Inter, però, non si è fatta cambiare dagli eventi. Conte, di fronte alla solita difesa (Godin, De Vrij Skriniar) aveva piazzato Borja Valero centrale, Brozovic nel ruolo di Barella e Vecino dove sta di solito, cioè a fare la mezzala. Sugli esterni Candreva e Biraghi. Davanti Lukaku e Lautaro, coppia sempre più affiatata e imprendibile. Così nella ripresa se è vero che lo Slavia ha avuto due occasioni, sventate entrambe da Handanovic (la seconda, con i piedi, miracolosamente su Masopust), è altrettanto vero che l’Inter prima ha mancato il vantaggio con Lukaku (grande azione e assist di Candreva), poi ha colpito due traverse (Lukaku di testa e Brozovic con un tiro al volo). 

    Se si vuole ridurre la grande prestazione dell’Inter ad uno slogan, si può anche scrivere che Conte l’ha vinta con i cambi. Però non sarebbe serio. Se infatti possiamo dire che Lazaro per Biraghi e Gagliardini per Borja Valero non hanno cambiato lo spartito, più incidente nel sistema di gioco è stato l’inserimento di Esposito per Vecino (dal 3-5-2 al 3-4-1-2). La dimostrazione, questa sì, che Conte voleva vincere anche a costo di rinunciare a qualche collaudato equilibrio. Del resto che senso ha difendere con un uomo di troppo quando servono solo i tre punti? L’esito successivo non ha premiato solo l’allenatore, ma una squadra che, senza disunirsi e con una carica inesauribile, ha continuato a pressare alto, a disturbare le linee di passaggio avversarie, a ributtarsi nella metacampo avversaria con una determinazione senza pari. 

    A dieci minuti dalla fine Lukaku ha finalmente segnato in Champions (non accadeva da otto mesi), su lancio di Lazaro. Determinanti il velo di Lautaro e lo scivolone di Frydrych (il belga è entrato con la palla in porta dopo avere saltato il portiere). Poi Lautaro ha fatto doppietta (gran destro al volo su assist di Lukaku). La cosa più bella, però, è stato come il belga è andato a recuperar palla pressando in avanti quando ormai si era arrivati all’88’. Ci sarebbe stato anche un quarto gol (ancora Lukaku), misteriosamente annullato dal Var quando ormai stava scadendo il recupero. Ma all’Inter sta bene così e Conte evidentemente vuol provare ad andare avanti anche se il teorico rischio di finire in Europa League c’è ancora. Naturalmente, se passasse agli ottavi di Champions, l’allenatore tornerebbe alla carica con i suoi dirigenti per qualche acquisto di qualità. In fondo è tutto funzionale allo scudetto: più l’Inter allarga la rosa e più possibilità ci sono di battere la Juve. E poi per farsi eliminare dalla Champions c’è sempre tempo.








    IL TABELLINO

    Slavia Praga-Inter 1-3


    Marcatori: 19’ Lautaro, 37’ Soucek (rig.), 36’ s.t. Lukaku, 41’ s.t. Lautaro

    Assist: 19’ Lukaku, Lazaro 36’ s.t., 41’ s.t. Lukaku

    Slavia Praga: Kolar; Coufal, Frydrych (38’ s.t. Takacs), Kudela, Boril; Soucek, Hubauer (dal 25’ s.t. Zeleny); Masopust, Stanciu (dal 13’ s.t. Traore), Sevcik; Olayinka.

    Inter: Handanovic; Godin, de Vrij, Skriniar; Candreva, Vecino (dal 35’ Esposito), Borja Valero (dal 31’ s.t. Gagliardini), Brozovic, Biraghi (dal 31’ s.t. Lazaro); Lukaku, Lautaro.

    Ammoniti: Vecino (I), Lautaro (I), Kudela (S)

    Arbitro: Szymon Marciniak

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