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    Più bravo che bello: il Chelsea si gode Gilmour, il Modric che studia da Fabregas

    Più bravo che bello: il Chelsea si gode Gilmour, il Modric che studia da Fabregas

    • Andrea Distaso
    Con l'avvento in panchina di Frank Lampard, il Chelsea ha deciso di fare un salto nel futuro prima degli altri. Il blocco al mercato imposto dalla Fifa - ora sospeso in attesa di giudizio definitivo - è stato il pretesto per dare un nuovo impulso al lavoro del settore giovanile e ai responsabili della prima squadra per valorizzare questo lavoro. L'approdo con i "grandi" di Billy Gilmour è soltanto l'ultima conferma che la direzione intrapresa è quella giusta.

    PIU' BRAVO CHE BELLO - Scozzese, centrocampista classe 2001 cresciuto nei Glasgow Rangers e strappato dai Blues alla concorrenza di Arsenal, Bayern Monaco, Barcellona, Manchester City e Manchester United. La dimostrazione che anche nel calcio di oggi il fisico non può e non deve essere una limitazione; nonostante i suoi 170 cm di statura, Gilmour viene considerato dagli addetti ai lavori un raro esempio di intelligenza applicata al gioco. "Billy ha capito già in tenera età che è più importante essere bravi che belli. E’ tenace e non si complica la vita: dribbla quando serve, se vede una linea di passaggio la sfrutta o altrimenti tiene palla finché non pensa che ce ne sia una migliore", dice di lui il suo ex allenatore James Grady.

    MODRIC E FABREGAS - Qualità tecniche spiccate, visione di gioco, gran tocco di palla e la capacità di tenere botta nei contrasti: sempre Grady lo ha accostato a un certo Luka Modric, lui è cresciuto vedendo tantissimi video di Cesc Fabregas per diventare un giocatore e un centrocampista migliore. "L’ho studiato, ho inserito nel mio gioco cose che sono del suo gioco e quindi nel complesso la cosa mi può rendere più forte". Brillante in campo, altrettanto lo è fuori, visto che, subito dopo aver firmato a 16 anni il suo primo contratto col Chelsea (ha da poco rinnovato fino al 2023), è tornato a dedicarsi con serietà allo studio. Ma la sintesi migliore della personalità del ragazzo la dà il solito Grady: "Ad un bambino che gli ha chiesto ‘Come è stato il salto dai Rangers al Chelsea?’ lui ha risposto ‘ai Rangers volevo essere il migliore nella mia squadra e nel club, al Chelsea sei in un ambiente nel quale devi invece cercare di essere il migliore al mondo".

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