Pirlo vuol dire pallone:| Col Catania 147 tocchi
Andrea Pirlo è come una giacca blu: la metti su tutto, in tutte le stagioni, con il caldo e con il freddo, di giorno e di sera, su un paio di jeans e su un pantalone più elegante. Ecco, Pirlo è proprio così: utile in ogni momento, adatto a qualsiasi circostanza, quando il gioco è aperto e gli avversari ti guardano in faccia, e quando il gioco si fa più duro e le difese nemiche si chiudono come fossero bunker. La fortuna di questa Juventus che si sta giocando la lunga volata scudetto è lui, e probabilmente qualcuno al Milan si sta pentendo per non averlo convinto a restare. Ma questa è un’altra storia. Ciò che interessa, oggi, è vedere la capacità di Pirlo di prendere per mano la squadra in un momento di difficoltà (in svantaggio 0-1) e condurla oltre l’ostacolo: il modo in cui calcia la punizione del pareggio è magistrale, anche se il portiere Kosicky avrebbe potuto mettere un uomo in più in barriera. E poi, a condire una prestazione super, ci sono gli assist (ben 6) scodellati sui piedi dei compagni, i lanci (addirittura 13) cui vanno aggiunti i due passaggi filtranti, le
Corridoio — Da far rivedere ai bambini un passaggio meraviglioso indirizzato a Marchisio: Pirlo vede il corridoio nel quale si è inserito il compagno e lo pesca con una rasoiata precisa e ben dosata. Marchisio è davanti alla porta e peggio per la Juve se il centrocampista "cicca" il pallone. Ma la giocata di Pirlo è da applausi. Come da applausi sono i 12 recuperi effettuati. Inoltre, altro dato da incorniciare, su 147 palloni toccati Pirlo ne ha persi soltanto 26 (meno del 20 per cento). Siamo su livelli altissimi.
Ripartenza — Sulla sponda del Catania, logicamente con qualità diverse, Sergio Almiron è il centrocampista che più cerca di appoggiare le azioni offensiva. Si piazza nella posizione della mezzala sinistra, rincorre gli avversari, recupera 3 palloni, sbaglia pochissimo (1 passaggio fallito su 36, 1 pallone perso) e spinge parecchio. Sull’1-1 ha avuto sul piede la palla del vantaggio e la sua conclusione è stata respinta di piede da Buffon. Bellissimo il gesto tra i due: una pacca di Almiron al portiere, come a dire «bravo!». Se, tuttavia, su quel pallone Almiron ci fosse andata con maggiore convinzione, adesso parleremmo di un’altra partita: quando sei davanti al portiere, la cattiveria è una dote necessaria. In fase di ripartenza, con i giocatori juventini a braccarlo, Almiron è stato bravo anche in dribbling (2 effettuati, sempre in velocità) e nel lavoro di sponda (2 consegnate ai compagni). In tutto ha toccato 60 palloni e, non considerando gli interventi del portiere Kosicky (66 tocchi), è stato il più impegnato del Catania. Grinta (come testimonia l’intervento punito con il "giallo" su Quagliarella nel secondo tempo), temperamento, idee chiare e tanta sostanza: questo è stato Almiron. Purtroppo per il Catania non è stato sufficiente.