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    Pirlo:| 'Sognavo una vita da mediano'

    Pirlo:| 'Sognavo una vita da mediano'

    Rottamato nel 2011 dal Milan, è il simbolo dei successi juventini: "I migliori anni
    li ho passati in campo, non ho mai desiderato altro".

    Pirlo, genio d’artista e cuore da mediano: "Nato per avere la palla".
    "Mio padre aveva un’azienda ma non mi ha mai ostacolato. Così ho coronato il mio sogno. Vendetta sul Milan che mi ha ceduto? No, solo tante altre avventure in bianconero".

    Andrea Pirlo da piccolo voleva diventare ...Andrea Pirlo. E lo confessa senza esibizionismo, ma anche senza falsa modestia: «Ho coronato il mio sogno». E pensare che un po’ più di un anno e mezzo fa era stato “rottamato” dal Milan, dove aveva giocato per dieci anni vincendo tutto. Così Torino gli offrì un’altra chance, permettendogli di conquistare subito lo scudetto in bianconero e di rottamare idealmente i suoi rottamatori.

    Vendetta? Non è una parola da Pirlo. Se mai lacrime di commozione. E intanto l’avventura in bianconero continua con sempre nuove emozioni. Come dopo l’ultimo gol, in Juventus-Atalanta di domenica 16 dicembre, grazie a una punizione pennellata con un tiro da dieci metri fuori area: «Era tanto che non la calciavo così». Come Platini? «Da ragazzo ho giocato due anni nel Brescia con Baggio, persona magnifica, grandissimo calciatore. L’ho osservato da vicino». Altri modelli? «Certo. Tutti i più grandi numeri 10, come Zico, Maradona...». E la famosa “maledetta” da chi l’ha imparata? «Per quella ho osservato molto il brasiliano Juninho». Una palla avvelenata.

    Nato a Flero, cinque chilometri fuori Brescia, Pirlo era destinato a rilevare il padre nella gestione dell’azienda siderurgica di famiglia. «Ma io fin da bambino non desideravo altro che giocare a calcio, e mio padre non me l’ha mai impedito». Crebbe calcisticamente nelle giovanili del Brescia, diventando subito leader del centrocampo. Carisma ma senza presunzione, proprio come oggi. Con un piccolo rammarico: «Sì, la maggior parte della mia esistenza l’ho passata negli alberghi e sui campi. Quand’ero ragazzo i miei amici uscivano la sera mentre io dovevo andare a letto presto. Ma finché mi diverto non c’è problema».


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