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    Pirlo| Tradito dal Milan

    Pirlo| Tradito dal Milan

    Diffidato Galliani, per i rossoneri verdetto unilaterale: "Conte no?".
    Milan-Juve: tre turni a Mexes. E Pirlo si sente tradito dagli ex.
    Ad Andrea Pirlo è bastata la prova internet: quei fotogrammi piazzati sul sito del Milan, con tanto di minuti, raffiguranti le presunte gomitate a Mark Van Bommel. C’è rimasto male, molto, perché quella «homepage», fino a otto mesi fa e per dieci anni, è stata anche «home» sua: e che casa, con la quale e per la quale ha vinto scudetti e Champions League, con cinquanta partite a stagione. Da giocatore che parla poco (in pubblico) ma pensa molto, sapeva che la riconoscenza non è di nessun mondo, ma il rispetto sì: e questo si sarebbe aspettato dal Milan. Si dovrà accontentare della fedina penale che il giudice sportivo ieri gli ha riconsegnato candida. Meno linda quella di Philippe Mexes, punito con tre giornate di squalifica per il cazzotto a Marco Borriello, pena contro la quale il club rossonero non pare intenzionato a proporre ricorso. Sempre dopo aver consultato le immagini, il giudice ha prosciolto Sulley Muntari, sotto indagine per «il corpo a corpo con Lichtsteiner». Ammonito con diffida l’ad rossonero Adriano Galliani, squalificato per una giornata l’addetto agli arbitri Silvano Ramaccioni: entrambi, per insulti alla Juve. Un verdetto «piuttosto unilaterale», l’hanno definito spifferi milanisti.

    Dunque, Pirlo non è improvvisamente diventato uno sgomitatore di professione: secondo la sentenza, «lo juventino allargava ripetutamente il braccio destro, colpendo (e spingendo) al petto l’avversario, con l’evidente intento di vanificarne l’intervento, ma per la dinamica del movimento, la zona del corpo attinta e il contesto agonistico, si ritiene che il gesto di Pirlo non integri in alcun modo gli estremi della condotta violenta». Da codice, invece, il cazzotto di Mexes: «Da notevole distanza dall’azione di gioco - spiega il giudice Tosel - con un repentino ed energico movimento del braccio destro colpiva da tergo con un pugno il fianco destro, all’altezza del costato, del calciatore bianconero che si accasciava dolorante al suolo». Le riprese di Sky non lasciano dubbi: è evidente «l’intenzionalità del gesto e appare superflua ogni ulteriore considerazione circa la natura violenta della condotta di cui si è reso responsabile Mexes». Dalla Francia, ieri è arrivata la sua versione, più che le scuse: «Sono gesti che non si devono commettere, ma non era mia intenzione fare male: e durante la partita anch’io ho ricevuto colpi, ma non sono andato per terra».

    Nessuna pena, invece, per Muntari: sarebbe stato sanzionabile se l’arbitro l’avesse visto, ma considerato «l’acceso contesto agonistico e la dinamica dei convulsi movimenti di entrambi i protagonisti», non v’è prova «della condotta violenta». Proscioglimento che, nella strategia rossonera, è stato possibile solo grazie alla contestuale valutazione del comportamento imputato a Pirlo. Niente assoluzione invece per Adriano Galliani ma, pure in questo caso, la sentenza solleva opposte valutazioni. Motivazione per la condanna dell’ad: al termine del primo tempo e al rientro negli spogliatoi, ha rivolto ad alcuni tesserati della società avversaria «espressioni provocatorie e irrispettose». A casa Milan avrebbero gradito una pena anche per Conte.


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