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Pirlo: 'Tifavo Inter, Conte il migliore. Questa Juve può vincere la Champions'
JUVE DA CHAMPIONS - "Se dopo l'addio al Milan pensavo fosse iniziata la parabola discendente? No. Ero convinto di essere ancora un numero uno e quindi sono andato con grande motivazione alla Juventus. Anche perché sapevo che era una squadra che aveva fatto male e voleva tornare a essere la più forte. C'era lo stadio nuovo, una grandissima dirigenza, si voleva tornare a competere al massimo livello in Italia e in Europa. Quindi la Juventus era il massimo, per me". Sulla finale di Champions 2015: "Noi eravamo convinti di potercela giocare, pur sapendo che loro erano fortissimi davanti, che avevano quei tre che potevano vincere la partita in qualsiasi momento. Abbiamo iniziato male, però dopo ci siamo ripresi, abbiamo pareggiato, abbiamo anche avuto le occasioni per vincerla. Quando perdi una finale è sempre brutto e per la Juventus lo fu di più. Era tanto che non vinceva la Champions. Ma fu un dolore anche per me. Sarebbe stata la chiusura di un cerchio, il raggiungimento dell’obiettivo che mi ero prefissato quando ero andato in bianconero. Dopo quella sera ero scarico. Le prospettive europee di quest'anno? La Juve può vincere la Champions. È all’altezza delle altre, se non di più. È più compatta tatticamente e può arrivare sicuramente in fondo".
DAI GIOVANI ALL'INTER - "I giovani italiani? A parte Verratti, che ormai è già affermato, ma non gioca come me, mi piacciono Berardi, Gagliardini, Donnarumma, Rugani, Di Francesco, Chiesa, Bernardeschi. E poi mi piace molto Belotti. È una generazione di qualità. Capita, nel calcio. Il portiere più forte? Buffon. Il compagno della Juventus che sento di più? Sempre Gigi, lo sento spesso. Giochiamo insieme da quando abbiamo quindici anni. Anche lui a New York? È un po' vecchio, ormai. Ma è sempre il migliore. Da bambino tifavo Inter, il mio idolo era Matthäus, un centrocampista di qualità. Nel percorso della mia carriera tutti gli allenatori mi hanno dato qualcosa. Da Lucescu che mi ha portato in prima squadra a quindici anni a Mazzone e Ancelotti. Poi Conte e Lippi, ne ho avuti tantissimi bravi. Conte è quello che mi ha impressionato di più, il più penetrante e convincente. Riusciva a farti entrare nella testa quello che diceva in pochi secondi. Era maniacale in qualsiasi cosa.".