Pirlo, 'parametro zero' che sta cambiando la storia
Più che una scarica di adrenalina, è stata una scarica di rabbia. Andrea Pirlo non aveva digerito quel rigore non fischiato mercoledì a Parma e così alla prima occasione utile ha parlato. Sul campo e con quei piedi che dipingono magie, come le due punizioni e l'assist che hanno permesso di vincere una partita dura per le polemiche che l'avevano preceduta e in salita per il vantaggio del Catania. Prima la pennellata per il suo 1-1 sotto la curva Sud, poi l'assist piazzato per la capocciata vincente di Chiellini nella ripresa e infine il passaggio al volo per lanciare Quagliarella verso il 3-1. Uomo ovunque, decisivo come pochi. Pirlo ha preso per mano la Juve e l'ha riportata in vetta alla classifica, in attesa di Cesena-Milan. Miglior biglietto da visita l'ex rossonero non poteva proprio tirare fuori per il suo ritorno a San Siro nella sfida scudetto di sabato prossimo. «Un po' di emozione ci sarà - confessa - ma durerà poco. Perché la partita è troppo importante per il campionato».
Parole contate, come il suo costume impone, ma tanta sostanza concretizzata col suo primo gol in bianconero. Una pennellata d'artista al 22', agevolata dalla barriera mal posizionata dal disastroso portiere Kosicky, che sblocca la Juve dopo 230 minuti di digiuno («Era importante segnare per superare il problema delle occasioni create ma non concretizzate», analizza) e regala a Pirlo la gioia di un gol sedici mesi dopo l'ultimo. Quando ancora vestiva la maglia del Milan, che ora ritroverà da avversario. «E spero con Ibra in campo - si augura il regista - perché a me piace giocare contro i più forti. C'è più gusto». Una tesi che Antonio Conte riprende a modo suo. «C'è qualcuno che dovrà decidere - dice -, ma se il giudice riterrà che merita solo due giornate e ci sarà, noi saremo contenti. Se il giudice, invece, deciderà di non ridurre la squalifica, noi saremo contenti lo stesso. Spero di avere risposto con stile». La sfida al Milan è già stata lanciata, con Buffon che carica la Juve: «Non partiamo da vittime sacrificali e loro ci temono».
Andrea Pirlo da architetto e artista (a «parametro zero») di questa squadra rivoluzionata, ieri ha fatto sentire tutto il suo peso e la sua classe. Non solo con la rete su punizione, la prima stagionale per la formazione di Conte, ma attraverso una serie impressionante di giocate culminate in una traversa a inizio ripresa e ai due assist per la vittoria. Un Pirlo in formato «deluxe» che ha trasformato l'ira di Parma in una prova da campione assoluto, regalando così tre punti d'oro a una Juve che per la prima volta ha dovuto rincorrere nella nuova casa.
«Siamo stati bravi a non perdere la testa», applaude Conte che elogia Pirlo, il migliore in campo: «Spero che Andrea continui così, che non si fermi. Al di là delle cose grandissime che sta facendo e del suo passato, lui sta dimostrando che è un grande in tutto"» Al punto di essere riuscito a rasserenare con i suoi colpi il clima dentro e fuori la squadra. I gol sono arrivati, ha segnato anche un attaccante, e i turbamenti arbitrali sono passati in secondo piano. Una magia alla Pirlo, in tutto e per tutto.