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    Pirlo alla Juve, conseguenze rovinose: non è un allenatore, sarà il più grande errore di Agnelli

    Pirlo alla Juve, conseguenze rovinose: non è un allenatore, sarà il più grande errore di Agnelli

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Sono sempre stato contrario alle carriera senza gavetta o senza attesa. Sono convinto che chi non aspetta o non comincia dal basso non abbia basi sufficientemente solide per andare avanti e arrivare in alto. 

    Perciò non solo mi piace poco o nulla la scelta di Andrea Pirlo come nuovo allenatore della Juventus, ma penso che possa produrre conseguenze rovinose sia per la società che per lo stesso ex calciatore.

    Ho scritto ex calciatore non a caso. PIrlo, infatti, è allenatore solo sulla carta, ha già svolto gli  esami per ottenere l’abilitazione Uefa Pro ed è in regola con le tasse di iscrizione. Il problema è che non ha mai allenato niente e nessuno, non ha mai affrontato una partita guidandola dalla panchina, non ha mai lasciato fuori o sostituito qualche giocatore, non sa cosa sia convivere da comandante con una crisi di risultati o di gioco, non si è mai confrontato con dirigenti che vogliono solo vincere.

    Molti affermano che Pirlo abbia brillanti idee di calcio e non sarò certamente io a dubitarne. Ma un conto è averle, un altro riuscire ad applicarle ottenendo dai giocatori il rendimento che si richiede a ciascuno di loro.

    La prima ragione, dunque, per la quale sono contro l’allenatore Pirlo è che Pirlo non è un allenatore. Ma uno che si è conquistato il diritto di farlo in virtù di un passato gloriosissimo da calciatore (ha vinto davvero tutto e con squadre diverse), cioé facendo un mestiere completamente diverso da chi va in panchina e prepara una squadra.

    Ora, come tutti dovrebbero sapere, Pirlo era stato designato da Andrea Agnelli come nuovo allenatore della Juve Under 23 che, allenata da Pecchia, ha conquistato la Coppa Italia di serie C e si è fermata ai quarti dei play off per la promozione in B. Già quella decisione mi era apparsa un azzardo, frutto più dei buoni rapporti con il presidente che di altro. Figurarsi questa che contempla non la necessità di far bene in una formazione minore, ma di vincere un campionato, la Coppa Italia e, se possibile, anche la Champions League. Sarri non è stato esonerato per essere stato eliminato agli ottavi di finale dal Lione?

    Delle due l’una. O Agnelli crede di essere infallibile e pensa di poter vincere anche senza allenatore o avere messo Pirlo alla plancia dei comandi è il più grande errore degli ultimi anni della dirigenza juventina che, forse, impossibilitata ad arrivare a Guardiola o a Zidane, ha deciso di farsene uno in casa.

    Il fatto è che Guardiola e Zidane, prima di essere promossi nella Liga, avevano fatto tirocinio nelle squadre B di Barcellona e di Madrid. Di più: Zidane è anche stato il secondo di Ancelotti, vincendo la Decima a fianco dell’allenatore italiano.

    Ma lo stesso Roberto Mancini, che io biasimai per essere stato promosso, contro ogni regolamento e con una deroga apposita, ad allenatore della Fiorentina, veniva da un periodo in cui era stato vice di Eriksson alla Lazio. 

    Per tacere di Fabio Capello, da me ribatezzato, “direttore del personale” per come gestiva il MiIan. E’ stato un allenatore sui generis, però non veniva certo dal nulla, ma dalle esperienze in Primavera e, seppur pur un breve periodo che fruttò comunque la qualificazione all’Uefa, dalla guida della prima squadra ereditata da Nils Liedholm.

    La seconda ragione per cui credo che Pirlo fallirà si colloca nel fatto che si dovrà confrontare con ex compagni di squadra. Possono essere la sua fortuna se remeranno tutti dalla stessa parte, saranno una catastrofe nel momento in cui non gli riconosceranno del tutto il suo potere e il suo valore. Un’eventualità per nulla remota.

    La terza ragione riconduce all’inesistente esperienza di Pirlo. Non gli manca solo il maestro cui riferirsi, ma anche il precedente cui ricorrere. Ci sono mille pagine da scrivere con sfaccettature diverse l’una dall’altra e Pirlo non sa da dove debba cominciare un allenatore vero.

    La quarta è ultima ragione riguarda i suoi primi collaboratori. Non basta essere fraterno amico di Baronio per portarlo in Prima squadra, nonostante non abbia convinto neanche con i Primavera.

    Come resto perplesso che il secondo, e curatore della fase difensiva, sia Tudor, esonerato la stagione scorsa dall’Udinese, per colpa di una mortificante sconfitta per 7-0. Non mi sembra un grande esperto e non era neanche un buon difensore.

    Non so che cosa sia vero e che cosa sia un caso in questa storia, ma troppe cose non quadrano. Di certo è che Pirlo venne presentato in pompa magna da Agnelli come tecnico dell’Under 23, anche se non si era mai visto un presidente scomodarsi per una circostanza del genere.

    Di certissimo, poi, c’è che lo stesso Agnelli aveva promesso a Ronaldo e alla vecchia guardia di epurare Sarri alla prima occasione possibile. Gli hanno lasciato godersi brevemente lo scudetto, ma tutto era già deciso. Bravi, come sempre, a non far trapelare nulla. Ma audaci, forse contro ogni logica, nella scelta di un esordiente assoluto. Anzi, sia detto senza offesa, di un principiante.
     

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