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Cosa c'è davvero dietro l'addio al calcio di Piqué
MOTIVI - Intanto, c'è la parte romantica. La leggenda blaugrana che dice basta in uno dei momenti più delicati della storia del club. Facendo un passo indietro, per non essere un peso per società e tifosi, a livello economico ma anche sportivo. Comprensibile, Piqué ha vinto tutto in carriera e una scelta "d'immagine" non stupirebbe. Ma non c'è solo questo. Forse Xavi, tecnico dei catalani, ha capito che Gerard al momento è altrove con i pensieri. Vita privata a parte, lo spagnolo è ormai un imprenditore affermato in diversi campi. E con la Kosmos Holding, fiore all'occhiello del suo impero, non molto tempo fa ha acquisito l'organizzazione della Coppa Davis per i prossimi 25 anni, partecipando anche all'organizzazione della Supercoppa spagnola. Tra viaggi in giro per il mondo e progetti di rilievo, con annesse polemiche per conflitto di interessi, il classe '87 negli ultimi anni ha fatto un po' tutto restando un calciatore, ma forse oggi si è reso conto che non è più possibile. O perlomeno, che sarebbe stato sempre più complicato.
Culers, us he de dir una cosa. pic.twitter.com/k3V919pm1T
— Gerard Piqué (@3gerardpique) November 3, 2022
LA NUOVA LEGGE - La scelta di Piqué si deve a una compartecipazione di fattori. Come spiegato a più riprese dalla stampa spagnola, il discorso sul conflitto di interessi ha avuto un'incidenza rilevante. Natalia Torrente, giornalista di Relevo, ha spiegato che Piqué ha annunciato il suo ritiro lo stesso giorno in cui è stata approvata la nuova legge sullo sport in Spagna. Un regolamento che vieta ai giocatori in attività di avere rapporti commerciali con una competizione a cui partecipano. Coincidenze? Forse. Si tratta, per l'esattezza, di una legge non retroattiva e che non andrebbe a influire sull'attività passata, ma su quella futura (precisiamo che, dopo l'approvazione del Congresso, per la legge dovrà arrivare anche l'ok in Senato). Cuore e testa: la scelta di Piqué si spiega così.