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Pippo Russo: Viola scurissimo – 2 Garrisca al vento il labaro di Mendes
La risposta all’interrogativo è lunga, e in buona parte è contenuta in un dettagliato articolo (LEGGI QUI) dell’amico Fulvio Santucci. Un giornalista cui mi accomunano stima, metodo di lavoro e ansia di farsi domande nuove anziché accontentarsi delle risposte solite. Nel testo di Santucci si mette in evidenza il rapporto fra Pereira e Mendes. Un rapporto sul quale non è nemmeno necessario scavare più di tanto. Basta partire dal profilo di Pereira. Personaggio a proposito del quale, nelle ore immediatamente successive alla nomina da parte della Fiorentina, ho chiesto informazioni a amici portoghesi che seguono il calcio del loro paese per passione o per mestiere. Molti non sapevano chi fosse Pereira, qualcuno l’aveva appena sentito nominare, e tutti concordavano sul fatto che il neo-dirigente della Fiorentina non si sia mai occupato di calciomercato. Una verità, quest’ultima, che si evince dalle scarne notizie sul suo conto disponibili via web. Pedro Pereira ha infatti lasciato lo Sporting Braga da CEO (Chief Executive Officer), ruolo corrispondente a quello di amministratore delegato che ricopriva dal 2013. E quella nomina era stata il punto più alto di una carriera che l’aveva visto entrare a 21 anni nel settore comunicazione del club minhoto (cioè, appartenente alla regione del Minho, Portogallo settentrionale: niente battutacce, please). Perché la Fiorentina va all’estero, e prende un soggetto con un profilo del genere, per affidargli il mercato internazionale? Un interrogativo che non trova risposta. E che provo a sciogliere mettendo insieme i pezzi di un mosaico.
Per farlo bisogna fare un passo indietro, e tornare allo scorso martedì 2 giugno. Giorno festivo per l’Italia, ma feriale in Portogallo e cruciale per la storia dello Sporting Braga. Nella SAD (Sociedade Anonima Desportiva) bracarense sono ore tumultuose. Soltanto due giorni prima la stagione sportiva si è conclusa malissimo così com’era iniziata, e ciò vanifica tutto il buono che nel mezzo era stato realizzato. La domenica precedente, nella finale disputata presso lo stadio nazionale di Jamor a Oeiras, il Braga ha perso in modo inammissibile la finale di Coppa del Portogallo contro lo Sporting Lisbona (Sporting Clube Portugal per i suoi tifosi, che tengono particolarmente a questa denominazione). In vantaggio 2-0 fino a 6 minuti dalla fine e con un uomo in più dopo soltanto un quarto d’ora di gara, la squadra biancorossa riesce nell’impresa di farsi raggiungere e poi trascinare ai rigori, per poi perdere e buttar via un trofeo già quasi in bacheca. Una catastrofe, che fa il paio con quella d’inizio stagione. Quando il club, che nei colori sociali e nell’iconografia si ispira all’Arsenal, viene eliminato al play off di Europa League dai rumeni del Pandurii. Un altro suicidio perfetto, perché lo Sporting Braga perde in casa 2-0 la partita di ritorno dopo aver vinto 1-0 in trasferta l’andata. Fra i due estremi negativi, una stagione che in campionato ha visto lo Sporting Braga fare molto bene piazzandosi quarto. Che in Portogallo è come dire d’aver vinto il campionato delle piccole, quello giocato dai club esterni alla triade Benfica-Porto-Sporting. Nonostante l’egregio comportamento nella Liga la stagione del Braga si conclude nel caos. L’allenatore Sergio Conceiçao viene esonerato, soprattutto per questioni di incompatibilità caratteriali nel rapporto con la società; e sotto questo aspetto l’analogia con ciò che succede negli stessi giorni alla Fiorentina è inquietante. E nel mezzo del marasma, mentre l’Italia festeggia la Repubblica, giunge la notizia delle dimissioni da parte di Pedro Pereira (LEGGI QUI). Il dirigente saluta e se ne va dicendo che sta per dedicarsi a “un progetto internazionale”.
A dissolvere la vaghezza provvede il Jornal de Noticias, che in un articolo del 3 giugno (LEGGI QUI) riferisce un’indiscrezione data da una fonte interna al Braga. Secondo questa indiscrezione il “progetto internazionale” cui Pedro Pereira va a dedicarsi è guidato Jorge Mendes. La stessa fonte ipotizza che il club presso cui questo progetto va a realizzarsi potrebbe essere il Valencia o il neopromosso Betis Siviglia. Nomi che qualcosa dicono. Perché il Valencia è un club in cui Mendes è di casa, grazie ai rapporti d’affari col nuovo proprietario singaporiano Peter Lim (LEGGI QUI). Quanto al Betis, si tratta giusto del club cui approda Eduardo Macia dopo aver lasciato la Fiorentina. Bizzarre coincidenze.
La sorpresa sta dunque nel fatto che Pereira vada alla Fiorentina. E rimane l’interrogativo sul perché la Fiorentina lo prenda. Anche su questo punto è necessario analizzare alcuni elementi. Come si ricava dall’articolo di Fulvio Santucci, Pereira è stato per 13 anni dirigente di uno dei due club più mendesizzati del Portogallo (l’altro è il Rio Ave, di Vila do Conde LEGGI QUI), fino a diventarne il CEO. In particolare, Pereira è il più alto dirigente esecutivo nell’estate del 2014. Quando lo Sporting Braga conduce una campagna trasferimenti estiva alquanto bizzarra. Il bilancio del club arsenalista piange, soprattutto a causa dell’assenza dalle coppe europee (LEGGI QUI). Il budget annuale è di 15 milioni con un passivo da 2,3 milioni (LEGGI QUI). Ma nonostante una situazione così poco allegra la campagna acquisti dell’estate 2014 vede il club arsenalista accogliere fra i propri ranghi tre calciatori brasiliani, il cui valore complessivo è 14 milioni, cioè quasi l’intero budget stagionale: si tratta di Wallace del Cruzeiro, Danilo del Vasco de Gama e Matheus dell’America MG (LEGGI QUI). Denari spesi dal Braga? Nossignori. A pagare è Jorge Mendes. Nel caso di Wallace, il quotidiano O Jogo titola esplicitamente che “Il Braga riceve un difensore che costa 9,5 milioni”, e nell’articolo parla del ruolo svolto da Gestifute International, l’agenzia capitanata da Mendes (LEGGI QUI). Per la cronaca, Wallace viene immediatamente girato al Monaco, altro club del sistema Mendes (LEGGI QUI). Quanto a Danilo, i suoi diritti vengono acquistati da Mendes a settembre 2013 (LEGGI QUI) dopo aver battuto la concorrenza del Liverpool (LEGGI QUI). Appena giunto a Braga, e nonostante l’età di 18 anni, Danilo diventa titolare fisso. Stessa sorte che tocca al portiere Matheus, acquistato dal Braga grazie all’aiuto di “investitori” (LEGGI QUI), e che appena arrivato in biancorosso scalza il titolare Kritsyuk. Nel corso di un’intervista rilasciata a O Jogo a fine 2014 (LEGGI QUI), Matheus afferma che è per lui una grande responsabilità essere parte della Gestifute. Quanto all’essere portiere del Braga, è cosa secondaria. Tutti e tre i brasiliani arrivano nel Minho mentre Pedro Pereira svolge il ruolo di CEO. E durante questi lunghi anni di permanenza al Braga da parte del nuovo dirigente della Fiorentina, Jorge Mendes fa in tempo a mettere le mani su quote dei diritti economici di altri due calciatori bracarensi: Rafa e Pedro Tiba, acquisiti nel 2014 (LEGGI QUI). Inoltre, nel club arsenalista trova spazio un altro mendesiano di vecchia data: Ruben Micael, che si trovò al centro di strani intrecci di calciomercato dopo essere stato ceduto dal Porto all’Atletico Madrid nel 2011 unitamente a Radamel Falcao (LEGGI QUI).
Dismessi i panni da CEO dello Sporting Braga, Pedro Pereira s’appresta a gestire il mercato estero della Fiorentina. Primo nome a circolare? Danilo, manco a farlo apposta. Ma poi si è ipotizzato l’arrivo di un altro calciatore del Braga. Si tratta del difensore André Pinto, brasiliano (LEGGI QUI). Il cui agente non è Jorge Mendes, bensì Pini Zahavi. Giusto colui di cui vi ho parlato ieri a proposito degli intrecci di mercato sampdoriani (LEGGI QUI). Per chi non lo sapesse, Zahavi è il capo di Fali Ramadani (LEGGI QUI), personaggio che a Firenze non ha bisogno di presentazioni. E questo intreccio porta dritti all’altro portoghese che s’appresta a approdare in viola: il tecnico Paulo Sousa, strappato a un club che lo aveva sotto contratto ancora per un anno, il Basilea. Un gesto di straordinario fair play, da Cartellino Viola.
In questi giorni alcuni trombettieri della stampa locale fiorentina si affannano a sostenere che Paulo Sousa non ha come agente Fali Ramadani. E forse dicono pure la verità, nel senso che il tecnico portoghese fa riferimento direttamente a Zahavi. Fu il superagente israeliano a portarlo sulla panchina del Leicester nell’estate 2010, dopo aver favorito il passaggio di proprietà del club inglese fra le mani di una cordata thailandese. Inoltre, si registra il fatto che nel 2013-14 Paulo Sousa sia stato sulla panchina del Maccabi Tel Aviv. Cioè il club che Zahavi seguiva ai tempi in cui lavorava da giornalista sportivo, nonché uno dei primi coi quali operò da agente. Nel Maccabi giocava Barry Silkman, di cui Zahavi è stato procuratore facendone successivamente uno dei principali collaboratori (LEGGI QUI).
Detto ciò, rimane l’ultimo quesito: ma quali sono i rapporti fra Mendes e Zahavi? Risposta: fin qui, buoni. Certamente di non belligeranza. Entrambi fanno ottimi affari col Chelsea di Roman Abramovich, giusto per dirne una. Di sicuro sono oggi i due superagenti più potenti al mondo (LEGGI QUI). Poi, certo, a trovarsi nello stesso acquario due squali possono anche rischiare di scannarsi. Con tanti saluti alla Fiorentina e ai suoi piani di italianizzazione.
P.S. Il sostituto di Sergio Conceiçao sulla panchina dello Sporting Braga è Paulo Fonseca (LEGGI QUI). Indovinate un po’ come si chiama il suo agente (LEGGI QUI)?
(2.fine - QUI la prima puntata)
Pippo Russo
@pippoevai