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Pippo Russo: Perez e la sua Casa Blanca
Un affare vissuto con sofferenza dal portiere, che nel corso degli anni aveva pensato di poter chiudere la carriera presso il club merengue, e invece dopo il passaggio di José Mourinho sulla panchina madridista ha visto mettere in discussione il proprio status di intoccabile (per la cronaca, giusto in queste ore il tecnico portoghese gli ha tirato un’altra bordata dichiarando al Guardian che lo stipendio strappato dall’ex madridista al Porto è uno sproposito per le attuali condizioni economiche del Portogallo LEGGI QUI). Uno shock da cui il portiere non si è mai ripreso, con effetti che lo hanno portato oggi a ritrovarsi dall’altra parte del confine iberico, nel quadro di un affare che agli esperti pare dettata da esigenze innanzitutto di marketing, e soltanto in secondo luogo tecniche (LEGGI QUI). E quale sia stato il disagio con cui Casillas e la sua cerchia hanno vissuto questo passaggio, è ben testimoniato dalle incaute frasi pronunciate dalla madre del portiere: “Il Porto è una squadra di Segunda B” (LEGGI QUI). Una categoria in Spagna e in Portogallo corrisponde alla nostra Lega Pro.
Dunque è in questo clima che maturano le velenose battute rilasciate a AS da Márquez. Che nel corso dell’intervista ha anche piazzato un vaticinio sulla possibile partenza di Cristiano Ronaldo. Ma il clou delle sue dichiarazioni rimane l’elemento dei presunti orientamenti razziali del presidente madridista. Che certo sta a capo di un club chiamato anche “la Casa Blanca”, e ora si vede fatto oggetto di un’insinuazione mica da poco. Suffragata dai fatti, tuttavia. Perché in effetti si fa fatica a trovare calciatori di pelle nera nel recente passato madridista. E guardando ai due di maggior richiamo, Samuel Eto’o e Claude Makelele, Márquez li cita come esempi di calciatori neri che hanno scontato l’atteggiamento insofferente di Perez. E dunque le parole dell’agente di Casillas vanno prese sul serio?
Forse solo in parte. Perché sarà un dato oggettivo che di calciatori neri il Real di Perez abbia scarseggiato. Ma è altrettanto oggettivo che questo impeto di denuncia da parte di Márquez arrivi giusto nei giorni in cui un suo assistito subisce dal presidente madridista un trattamento ritenuto ingrato. Di sicuro, le rivelazioni di Márquez avrebbero avuto più forza e credibilità se fossero state pronunciate in un altro momento, e senza interessi in ballo. E tuttavia, detto ciò, facendo un giro dentro quella vasta miniera che è il web si scopre dei dati sfiziosi. Per esempio, un articolo datato 2004. Da quelle righe si scopre che già allora Márquez lamentasse la mancata fiducia concessa dal Real Madrid a Eto’o, riconducendo la scelta a una precisa volontà di Florentino Perez (CLICCA QUI). In quel momento però non si faceva riferimento al colore della pelle. Più genericamente, si diceva di “questioni personali”. Dunque le punzecchiature fra l’intermediario e il presidente madridista sono di vecchia data. E nella lista rientra anche una divergenza d’opinione mica da poco. Ne dà notizia il post di un blog pubblicato a dicembre 2013 sul sito di El Confidencial. Lì si riferisce che Santos Márquez avesse proposto a Perez di accaparrarsi il giovane Leo Messi, quando questi aveva da poco esordito in prima squadra col Barcellona (CLICCA QUI). Quale fosse la fattibilità dell’affare non è dato sapere. Di sicuro Florentino non diede seguito. Quei due sono fatti per scontrarsi e non capirsi, altro che questioni di colore della pelle.
Pippo Russo
@pippoevai