Pippo Russo: Mourinho, The Villain One, contro Eva
L’ultima frecciata a Josè Mourinho è giunta poche ore fa, alle 12.18 inglesi, da parte di Gary Lineker. Che dal suo account Twitter ha espresso una battuta mica male: “Potrei candidarmi come medico del Chelsea, dato che gli aspiranti devono capirne di calcio. Ma non ho chiaro se siano necessarie anche competenze mediche”.
E stavolta lo Special One se l’è proprio cercata, perché la partaccia piazzata alla dottoressa Eva Carneiro è uno di quegli episodi che in pochi secondi possono frantumare una reputazione costruita in decenni di carriera.
Might apply for the Chelsea doctor's job given the applicant must understand football. Not sure if any medical knowledge is required.
— Gary Lineker (@GaryLineker) 12 Agosto 2015
La vicenda è nota, ma è bene ricapitolarla brevemente. A pochi minuti dalla fine della prima di campionato fra Chelsea e Swansea, coi Blues già in dieci per l’espulsione del portiere Courtois, Eden Hazard rimane a terra infortunato. La dottoressa Carneiro e un suo collaboratore si precipitano in campo per dargli soccorso, e questo manda in bestia Mourinho. L’ingresso dei sanitari ha infatti come conseguenza che il giocatore venga trasportato a bordocampo, ciò che per almeno un minuto lascia il Chelsea in 9 durante il finale di gara. Il tecnico sbraita, ma in fondo ciò farebbe parte della trance agonistica. Peccato veniale, per quanto sgradevole.
Potrebbe finire lì. E invece Mourinho non se la fa passare, continuando a criticare Eva Carneiro nel post-gara, e rivendicando la pretesa che lo staff di cui si circonda in panchina sia composto da gente “capace di capire il calcio”. Argomentazione affascinante e contorta al tempo stesso. Il tecnico del Chelsea intendeva dire che i membri dello staff dovrebbero essere capaci di comprendere il contesto di partita, e regolare ogni loro azione a partire da quello. Nel caso specifico, la dottoressa Carneiro avrebbe dovuto subordinare il proprio intervento di carattere sanitario a una ragione di opportunità agonistica: quella di non lasciare ulteriormente sguarnito lo schieramento della squadra in una fase molto delicata della gara. Una logica da Calcio Totale, nel senso più pericoloso del termine: perché parte dall’idea che le esigenze di campo e di risultato vadano anteposte a tutto, persino alla salute del calciatore. E certo, colgo già l’obiezione di chi direbbe che nel caso in questione l’infortunio del calciatore non fosse grave, e che dunque sarebbe esagerato tirare in ballo il rischio per la salute. Ma a questa corretta obiezione contrappongo due risposte:
a) Non si può valutare la gravità di un infortunio fino a che non lo si va a constatare materialmente. Ciò che dalla panchina sembra lieve può essere grave e viceversa, soltanto l’intervento può sciogliere il dubbio.
b) Indipendentemente dalla gravità o meno dell’infortunio nel caso specifico, il principio in sé è pericoloso. Far passare l’idea che l’intervento dello staff sanitario debba essere subordinato alle esigenze agonistiche significa far passare un’idea cinica di Calcio Totale, in cui i calciatori sono soggetti sacrificabili fino alle estreme conseguenze.Per Mourinho tutto ciò è normale. E nonostante siano trascorsi quattro giorni dall’episodio, non si muove dalla posizione intransigente. Per questo ha ordinato il demansionamento di Eva Carneiro, che rimane nei quadri del Chelsea ma dopo sabato scorso non potrà più avere contatti con la prima squadra, nemmeno in allenamento. Una mortificazione professionale che la dottoressa, nata a Gibilterra da padre inglese e madre spagnola, non meritava. Promossa nello staff tecnico della prima squadra da un altro tecnico portoghese, André Villas-Boas, si era dimostrata pienamente all’altezza del compito, guadagnando fama e stima nel mondo dello sport britannico. Durante la scorsa stagione venne fatta oggetto di canti sessisti da parte di tifosi del Manchester United (LEGGI QUI), e assorbì la cosa senza particolari traumi. Ma non si sarebbe aspettata di essere stigmatizzata per aver fatto con scrupolo il proprio mestiere, cioè soccorrere gli atleti e prendersene cura. L’opinione pubblica inglese, non solo Gary Lineker, è quasi tutta al suo fianco. Compresa grossa parte della tifoseria Blues. Dal canto suo Mourinho è sempre più solo. Sempre più One, The Villain One.
di Pippo Russo
@pippoevai