Calciomercato.com

  • Getty Images
    Pippo Russo: la scossa letale di Corvino a Bologna

    Pippo Russo: la scossa letale di Corvino a Bologna

    Questione di scosse. Venne posta così la questione da Pantaleo Corvino, quando due settimane fa gli toccò spiegare alla piazza l’esonero di Diego Lopez a tre giornate dalla fine della stagione regolare di serie B. Il Bologna aveva appena perso con ignominia a Frosinone una partita che virtualmente lo estrometteva dalla promozione diretta in A. E a quel punto anche decadevano anche i motivi di scetticismo sulla cacciata di Diego Lopez, l’allenatore uruguayano fin lì rimasto al suo posto soltanto per evitare che la cacciata provocasse dei contraccolpi nella corsa alla promozione. Nel congedare un allenatore già sfiduciato da almeno quattro mesi, il responsabile dell’area tecnica rossoblù dichiarò che a risultare determinante era stato il mancato arrivo di una scossa. Che avrebbe dovuto essere data dall’allenatore uruguayano, stando alle parole di Corvino. Buffa versione dei fatti. Non veritiera, soprattutto. Perché il Bologna, durante questi mesi, una scossa l’ha avuta. E pure bella pesante, di quelle che abbattono i sani e ammazzano i convalescenti. E a dare quella scossa è stato proprio lui, Pantaleo Corvino, col suo pirotecnico e tuttora inspiegabile arrivo a Bologna. 

    Per capire, basta guardare i dati. Il 28 dicembre, ultima giornata del girone d’andata, il Bologna costruito con zero euro dopo la retrocessione da Filippo Fusco vince 2-1 a Lanciano e si assesta al secondo posto in classifica. La squadra aveva avuto un avvio di torneo preoccupante, e sul piano del gioco non aveva fin lì convinto granché. Ma pian piano era risalita in classifica, grazie soprattutto alla forza di un gruppo che aveva saputo compattarsi in vista dell’obiettivo. La classifica del momento diceva che i rossoblù occupavano a pari merito col Frosinone una delle due piazze valide per la promozione diretta in A, distanziati di 9 punti da un Carpi già irraggiungibile. 

    E tutto lasciava pensare che, con una squadra in ascesa sia sul piano dei risultati che su quello del morale, la promozione fosse alla portata. Tanto più pensando che, in un campionato così livellato e di basso profilo, la forza di una piazza come quella di Bologna potesse la differenza, e che le due avversarie metropolitane più temute alla vigilia (Bari e Catania) languivano nella seconda metà della classifica. Ma a quel punto è arrivata la scossa mortale. Il giorno dopo la conquista del secondo posto Fusco viene messo alla porta senza tanti complimenti dalla nuova proprietà canadese, e dal primo gennaio prende i pieni poteri Pantaleo Corvino. Che dopo la conclusione in malo modo dell’avventura fiorentina era stato fermo oltre due anni senza che nessuno pensasse minimamente di riprenderselo. Ma per sua fortuna ha trovato un Decio Cavallo disposto non già a comprargli la Fontana di Trevi, ma piuttosto a mettergli in mano un pacco di soldi per costruire una squadra da serie A. Cioè, per fare meglio e più alla svelta una cosa che la squadra costruita con zero euro da Filippo Fusco stava già facendo. E una volta insediato Corvino si muove col suo stile solito: cioè con quel modo roboante che porta la stampa specialista (?) di calciomercato a descriverlo in procinto d’ingaggiare nomi da titoloni sui giornali: da Giovinco a Ilicic, da Babacar a Coman, fino al “già acquistato” Saponara e a un altro paio di dozzine ch’è superfluo menzionare. I fatti dicono altro: Corvino porta a Bologna uno stock di quattro scarti provenienti dalla Sampdoria (Da Costa, Gastaldello. Kristicic, e Sansone), più la presunta promessa interista Mbaye, più il trentenne Mancosu proveniente dal Trapani. E si direbbe che siano comunque calciatori più che buoni per la B, se non fosse che per vincere il campionato cadetto bisogna affidarsi a giocatori di categoria, non agli esuberi del campionato maggiore. Inoltre, l’innesto dei nuovi fa saltare il delicato equilibrio di spogliatoio costruito faticosamente sotto la gestione di Fusco. L’arrivo di Gastaldello mette in ombra il greco Marios Oikonomou, che oltre a disimpegnare bene da difensore centrale aveva messo a segno fin lì dei gol importanti. L’assegnazione del ruolo di portiere titolare a Da Costa fa scivolare in retrovia Ferdinando Coppola, uno dei leader dello spogliatoio. In generale, l’apporto dei nuovi oscilla tra la mediocrità e la sufficienza risicata. E a tutto ciò si aggiunge la palese sfiducia nei confronti del tecnico Diego Lopez, messo in discussione già quando alla ripresa dopo la sosta il Bologna era secondo e continuava a macinare risultati grazie all’inerzia del girone d’andata. Non c’è stata settimana in cui non si sia fatto il nome di un successore. Ma la società rimane sempre in mezzo al guado, senza avere la forza di cacciare l’allenatore in un momento nel quale il successore potesse avere tempo a sufficienza per organizzare un minimo la ripresa. E intanto le voci sul mirabolante mercato del Bologna “per la serie A” continuano a rincorrersi. Per dire, a un certo punto Fabio Borini del Liverpool viene dato già per rossoblu. E poi, come per tanti altri casi analoghi, il suo nome si eclissa. 

    I risultati della scossa data da Corvino? Oggi sono ufficiali. I 9 punti che al termine del girone d’andata dividevano i rossoblu dal Carpi sono diventati 14. Il Frosinone, che era secondo a pari merito col Bologna, è andato a prendersi la serie A diretta dando 6 punti di distacco alla squadra scossa. Che altri 6 punti se li è fatti rosicchiare dal Vicenza, e adesso dovrà andarsi a giocare i playoff. Il che costituisce un fallimento tecnico. E il fallimento ha un nome e un cognome. Lo stesso nome e lo stesso cognome che avrebbero riempito i giornali, e con tanto di peana, qualora il Bologna fosse andato direttamente in A. Invece oggi la squadra scossa non è stata capace nemmeno di battere una Pro Vercelli ridotta in 10 dalla fine del primo tempo, facendosi persino recuperare un gol di vantaggio. E mentre questa squadra a pezzi per via della scossa corviniana va mestamente a affrontare la centrifuga dei playoff, le voci di mercato sul “Bologna da serie A” continuano a impazzare, gonfiando la bolla di una realtà virtuale che a questo punto è persino offensiva per la gente rossoblu. L’ultima è di ieri, poche ore prima che la squadra di Delio Rossi venisse ufficialmente estromessa dalla promozione diretta. Corvino starebbe trattando Doria del Marsiglia e Masuaku dell’Olympiakos Pireo. E giusto per dire, il primo è controllato da non si sa quanti fondi d’investimento, mentre il secondo di recente è stato accostato a Mino Raiola e gioca in un club che coi fondi d’investimento ci campa. Belle notizie di fantamercato, intanto che il Bologna non sa con chi andrà a giocarsi il primo spareggio-promozione, ma soprattutto in quali condizioni e con che stato d’animo. Queste sì che sono scosse. E forse sarebbe il caso che la famiglia Saputo ne desse una sua, ma giusta. C’è una grandezza anche nell’ammettere i propri errori, specie quando vi si può porre rimedio. Ci sono una piazza, una storia calcistica e una tifoseria che meritano molto più di queste fughe dalla realtà.

    di Pippo Russo
    @pippoevai


    Altre Notizie