Juve nella morsa tra Gaucci e Zamparini
Sono tante le cose non da Juventus, si diceva. Una fra queste è stata sottolineata dal presidente Andrea Agnelli giusto una settimana fa, nel corso dell’assemblea degli azionisti. Quando fra un turn around, uno stakeholder e una botta di governance, ha pure parlato in italiano per dire che il quattordicesimo posto e la parte destra della classifica sono cose non giustificabili. Non da Juventus, appunto. Parole ineccepibili, ma purtroppo per lui di scarso effetto. Perché dopo la vittoria casalinga contro l’Atalanta è arrivata la figuraccia di Reggio Emilia. In una settimana la Juventus ha guadagnato ben tre posizioni, assestandosi all’undicesimo posto in condominio col Chievo. Sempre sulla parte destra della graduatoria.
Se il presidente voleva dare una scossa, faccia un altro tentativo. E lo faccia pure in fretta, perché le cifre si stanno facendo impietose. Negli ultimi quattro campionati, tutti premiati dallo scudetto, la Juventus aveva perso complessivamente 10 partite su 152, il 6%. La stagione in cui ha incassato più sconfitte è stata la seconda con Antonio Conte in panchina (2012-13), quando le gare perse furono 5. Nel campionato in corso le sconfitte sono già 4 in 10 gare, che fa un 40% secco. Una cosa non da Juventus, e purtroppo per le genti bianconere la lista non s’arresta qui.
Per esempio, vi pare una cosa da Juventus che il presidente di un altro club ficchi il naso nelle scelte tecniche e nella gestione dei giocatori in casa bianconera? Certo che no. Non sarebbe cosa ortodossa in assoluto, e in altri tempi lo sarebbe stato men che meno nei riguardi della Juventus. E invece adesso succede a ripetizione che Maurizio Zamparini, presidente e proprietario del Palermo, tiri ceffoni a Massimiliano Allegri e a tutta la dirigenza juventina riguardo all’uso del suo ex pupillo, Paulo Dybala. Era già successo a inizio stagione, e allora ai lettori di Calciomercato.com venne spiegato che tanta impiccioneria da parte di Zamparini potrebbe essere legata a quegli 8 milioni di bonus cui il Palermo accederebbe soltanto a determinate condizioni. Affinché quelle condizioni scattino, Dybala deve giocare il più possibile. È stato carino vedere adottata questa interpretazione da molti colleghi e testate, quando dieci giorni fa Zamparini ha suonato di nuovo il disco. Meno piacevole è stato registrare l’inerzia della dirigenza bianconera davanti alle insolenze di Zamparini. Ancora una decina di anni fa nessuno mai avrebbe osato l’ingerenza nel mondo bianconero, per di più usando certi toni. Adesso avviene come se fosse una cosa normale.
No, non sono proprio cose da Juventus. Certamente non lo è la decisione di mandare la squadra in ritiro, dopo la sconfitta contro il Sassuolo e in vista del derby contro il Toro di domani. E invece è successo. Come se stessimo parlando di un club retto da Luciano Gaucci. La Juventus come il Perugia o la Viterbese. O come il Catania che ai tempi della serie C venne spedito in hotel a una stella. Vi pare una cosa da Juventus? Tanto più che, guardando il calendario recente, non si vede proprio quale sia la portata afflittiva della punizione.
Dopo la sosta per le gare delle nazionali, la Juventus ha giocato fra campionato e Champions seguendo questo ritmo: 18 ottobre Inter-Juventus, 21 ottobre Juventus-Borussia Mönchengladbach, 25 ottobre Juventus-Atalanta, 28 ottobre Sassuolo-Juventus. Seguiranno Juventus-Torino il 31 ottobre e Borussia Mönchengladbach-Juventus il 3 novembre. I cinque giorni che separeranno dalla successiva gara di Empoli sembreranno un lusso. Dentro questo tour de force, quante notti avranno passato a casa i giocatori bianconeri? E che differenza volete che facciano due notti in più trascorse in clausura? Forse in condizioni del genere persino Luciano Gaucci si sarebbe risparmiato la punizione. E invece la Juventus è andata avanti. Irriconoscibile pure a se stessa.
@pippoevai