Pippo Russo: Il Taranto come l'Ancona, i tifosi al comando del club
Di questo scollamento, fra la realtà (o irrealtà) sognata dal tifoso medio e i fatti riscontrabili da chi vive il calcio in termini di gestione aziendale quotidiana, fanno esperienza tutte le associazioni che sperimentano la partecipazione alla governance di un club, o che comunque promuovono un’idea di calcio democratico in cui il tifoso non sia soltanto il generico componente di una comunità che si mobilita nel giorno della partita. Queste associazioni promuovono un’idea esattamente opposta: quella secondo cui al tifoso tocchi una responsabilità da esercitarsi nei giorni feriali per salvaguardare un bene comune. Quale il club calcistico è, per via del suo essere espressione della comunità e della sua continuità storica. E un bene comune non va soltanto fruito, ma curato e salvaguardato attraverso condotte attive. Richiede più sacrifici che benefici, è vero. Ma è altrettanto vero che lasciarlo nelle mani di altri è il primo modo per smettere d’essere cittadini e tornare sudditi. Tale approccio al rapporto col club calcistico, improntato all’idea di responsabilità, è portato avanti da tutte le associazioni che aderiscono a Supporters in Campo (CLICCA QUI), organizzazione nazionale di cui Sosteniamolancona e Fondazione Taras sono componenti. E al pari degli amici di Ancona, i componenti della fondazione tarantina non hanno esitato a raccogliere la sfida della gestione diretta. La situazione è esaltante e complicata al tempo stesso. I termini economico-finanziari dell’avventura sono ben riassunti in questo articolo di Alessandro Oliva, pubblicato sul sito “Calcio e Finanza” (CLICCA QUI).
Ma la vera difficoltà dell’impresa, a Taranto come a Ancona o in qualsiasi altra piazza verrà a sperimentarsi l’acquisizione di un club da parte di un’associazione rappresentativa dei tifosi e della comunità, sarà quella del cambiamento di mentalità. Sia da parte dei tifosi, che dovrebbero cominciare a pensare al calcio anche in termini di doveri e non soltanto di diritti e pretese; sia da parte dei proprietari stessi, che il giorno in cui capiranno quanto preziosa possa essere la presenza di rappresentanti della tifoseria nel club forse riusciranno a strutturare una dialettica più costruttiva e meno isterica con l’intera tifoseria. La via per la sopravvivenza del calcio, nella provincia italiana, è questa. Meglio capirlo in fretta, se non si vuole che il pubblico degli appassionati di calcio si riduca a quello che compra gli abbonamenti della pay tv per vedere la serie A e le competizioni internazionali.
@pippoevai