Calciomercato.com

  • Getty Images
    Pippo Russo: i guai del ragionier Tavecchio e il Soccorso Rosa

    Pippo Russo: i guai del ragionier Tavecchio e il Soccorso Rosa

    Una Falange Rosa a difesa di Carlo Tavecchio. Se n’è scoperta l’esistenza durante la lettura mattutina dei giornali, quando sfogliando la Gazzetta dello Sport ci si è imbattuti in due articoli di quelli che “danno la linea”. Il primo è un’intervista con l’avvocatessa Giulia Bongiorno, appena nominata difensora del presidente federale, anche se a dire il vero il suo ruolo sarà più d’attacco contro tutti coloro che osino obiettare sulla reputazione del suo assistito. Il secondo è un commento dell’appuntato Ruggiero Palombo, vicedirettore con delega a palazzi di vetro e specchi da arrampicata. Entrambi gli articoli vanno controcorrente rispetto al complessivo clima d’opinione pesantemente negativo verso Tavecchio. E che ciò avvenga a poche ore dalla minaccia dello stesso Tavecchio di non lasciarla passare liscia a quanti l’hanno accusato esplicitamente di antisemitismo e omofobia, è certo una coincidenza curiosa.

    L’intervista con l’avvocatessa contiene una lunga opera di minimizzazione delle parole pronunciate dal presidente federale. Viene lasciato dire alla signora Bongiorno che il giornalista Massimiliano Giacomini “agisce da agente provocatore, proprio come quei poliziotti che hanno il compito di provocare un sospettato, spingendolo a commettere un reato”. Davanti a una dichiarazione così categorica l’intervistatore Alessandro Catapano non fa manco “biz”. E per carità, nessuno qui si sogna di difendere la figura di Giacomini, il cui modo di agire desta perplessità tanto quanto il modo d’esprimersi di Tavecchio. Ma da un intervistatore ci si aspetterebbe un atteggiamento meno supino verso l’intervistato, chiunque egli sia. Invece Catapano va avanti, e lascia andare avanti l’avvocatessa, senza obiettare alcunché nemmeno quando quella dice che la registrazione incriminata è avvenuta all’insaputa di Tavecchio. Come se la mancata consapevolezza d’essere registrati potesse essere il lasciapassare per dire qualsiasi nefandezza.

    L’intervistatore non obietta nemmeno quando l’avvocatessa Bongiorno dice che il termine “ebreaccio”, pronunciato peraltro da Tavecchio senza alcuna sollecitazione da parte del Giacomini, “è detto in modo scherzoso, il presidente lo ha chiarito”. Ma certo, avvocatessa. E noi di calciomercato.com potremmo dire che il presidente Tavecchio è un vecchio arnese inadeguato al compito, ma chiarendo subito dopo che lo diciamo in modo scherzoso. E si scherza tutti, avvocatessa Bongiorno, non le pare? Perché se invece dovessimo parlare sul serio diremmo che Tavecchio è il miglior presidente che la FIGC abbia mai avuto, e che è persino sprecato in quel ruolo. Perché uno con quella finezza dialettica e quello spessore intellettuale dovrebbe ambire al ruolo di segretario generale dell’Onu. Detto con assoluta convinzione, e mica l’avvocatessa Bongiorno vorrà contestare le nostre convinzioni assolute?

    A rafforzare l’azione della Falange Rosa ha provveduto Ruggiero Palombo nella sua rubrica “Palazzo di vetro”. Per chi non lo ricordasse, il prode Palombo è colui che nell’estate calda del 2003, quella in cui il Catania fece ricorso al Tar contro una decisione del giudice sportivo da cui derivava la retrocessione in C, disse che quel ricorso sarebbe rimasto senza conseguenze. Ne venne invece fuori un terremoto che obbligò la FIGC a ridisegnare frettolosamente i campionati, con la B a 24 e poi 22 rispetto alle 20 squadre che erano state fin lì, e la A a 20 squadre rispetto alle 18 del precedente regime. Nel suo commento Palombo sottolinea dapprima che l’autore dell’intervista è un “pubblicista direttore di Soccerlife”. Che finezza. C’è forse dell’altezzosità, intesa a sottolineare che Giacomini non ha lo status di giornalista professionista? Lo chiediamo assumendo il suo stesso atteggiamento, quello che spinge Palombo a raccomandare di leggere bene le parole dette da altri invece di estrapolarle. Lo fa riportando per intero la frase in cui Tavecchio parlava di “donne handicappate” nel loro rapporto col calcio. Una formula che calata nel suo contesto risulterebbe meno pesante di quanto faccia pensare la sua versione divulgata. Lodevole sforzo d’esegesi, quello di Palombo. Che non contento di ciò va oltre, nel frammento che recita: “Negri, donne, ebrei e omosessuali, tra ieri e oggi Tavecchio ha centrato un en plein di obiettivi sensibili davvero poco invidiabile”.

    Negri. Un termine che non solo non è mai stato usato da Tavecchio nelle frasi incriminate, ma che ormai non viene più usato nemmeno da Matteo Salvini. Lo usa Palombo, che invita a leggere bene le frasi altrui ma forse farebbe meglio a rileggere quelle che scrive lui. Magari s’informi se c’è ancora spazio sul palco della manifestazione organizzata per domani a Bologna dal segretario della Lega Nord. Porterà un apostrofo rosa in quel consesso machista e celodurista. Nessuno lo terrà lontano, stia pur tranquillo. Nemmeno il presidente Tavecchio, eternamente grato per cotanta difesa d’ufficio.

    @pippoevai

    Altre Notizie