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    Pioli perde il derby e la lucidità: è nella storia (in negativo) del Milan

    Pioli perde il derby e la lucidità: è nella storia (in negativo) del Milan

    • Daniele Longo
    Stefano Pioli è entrato nella storia del Milan, questa volta in senso negativo. Nessun tecnico rossonero aveva perso cinque derby consecutivamente. Un dato tanto brutto quanto allarmante considerando anche come sono arrivate queste sconfitte: tutte con un largo scarto. Quella di stasera larghissimo, umiliante per i tifosi e per la storia del club. 

    INZAGHI STRAVINCE- Nella conferenza stampa della vigilia Pioli aveva sostenuto in tutti i modi che la testa della non era più ai quattro derby persi nella scorsa stagione. Probabilmente a torto perché dal punto di vista tattico, nonostante i diversi nuovi interpreti nell’undici rossonero, si è consegnato di nuovo nelle mani di Inzaghi e di una Inter che non ha più dei riferimenti precisi come lo erano Skriniar, Brozovic e Lukaku. I nerazzurri hanno trovato pane per i loro denti contro una linea difensiva esasperata fino a centrocampo, con Calabria mezzala e il collega Hernandez costretto spesso alla soluzione del calcio lungo per evitare la prima linea di pressione avversaria. Alla spavalderia del tecnico emiliano non è seguita una reazione dei suoi ragazzi in campo che sono sembrati più timorosi anche delle ultime versioni nelle stracittadine.

    PERSA LA LUCIDITÀ - L’Inter ha confermato di avere ancora una marcia in più rispetto a un Milan rinnovato nelle componenti tecniche e dirigenziali. Perdere un derby fa sempre male, un risultato di 5-1 non fa altro che aumentare la frustrazione. Solo con questo sentimento si possono giudicare alcune dichiarazioni poco lucide da parte di Pioli nel post-partita. Un cortocircuito comunicativo piuttosto evidente e che risulta essere un tentativo maldestro di evadere dalla realtà amara di oggi. Il Milan ha tutto il tempo per riprendere questo nuovo corso con entusiasmo a patto che poi sia bravo a non dimenticare gli errori commessi perché possono essere un punto di partenza per migliorare. 

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