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    Pioli, il 'Normal One': segreti e strategie della rincorsa europea

    Pioli, il 'Normal One': segreti e strategie della rincorsa europea

    Chiamatelo pure “Normal One”, scrive La Repubblica. Perché educazione, umiltà e rispetto sono pregi che non hanno bisogno di essere accompagnati da una comunicazione sopra le righe e da gesti utili per le televisioni. A Stefano Pioli, quel soprannome piace e nella sua carriera, anche nei momenti più alti, ne è sempre andato fiero. Lontano dalle polemiche e dalle false apparenze, ha fondato il suo lavoro sul dialogo e sull’ascolto.
     
    ​CONQUISTATORE - A Firenze il suo stile ha fatto subito centro. L’estate scorsa ha sposato un percorso che inevitabilmente avrebbe compreso delle vette difficili da scalare. Ma una volta arrivato in piano, la fatica e i sacrifici fatti avrebbero dato i loro frutti. E così ha potuto mettere mano al suo gruppo soltanto a mercato ultimato, con un inizio di stagione di rincorsa che è stato utile soprattutto per aggiustare ciò che non andava e modellare una squadra che lentamente ha preso la forma desiderata.
     
    LUTTO - Fino alla tragedia che ha sconvolto tutto e tutti. E dove il tecnico viola ha dimostrato perché sia così indispensabile fondare il proprio lavoro sulla forza del gruppo, compatto e voglioso di passare del tempo insieme anche fuori dal campo. C’è qualcosa in più, però.
     
    SOCIETÀ - Pioli ha un rapporto speciale e diretto con Diego e Andrea Della Valle che per la prima volta, dopo Montella e Sousa, possono finalmente parlare con l’allenatore senza che ambizioni ed ego sconfinati portino allo scontro. Per lui, che a differenza dei suoi due predecessori conosce Firenze alla perfezione, il viola è un punto di arrivo e la proprietà ha apprezzato il suo modo di muoversi: sempre opportuno, senza mai andare oltre. Per questo anche con Corvino e Freitas il rapporto è schietto e collaborativo.

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