Pioli e Inzaghi, la Champions può condannarne solo uno: è uno strano squilibrio
Cosa accadrebbe se questa sera il Milan venisse eliminato dal Napoli in Champions Legaue? Quanto rischierebbe Stefano Pioli, sconfitto malamente nella finale di Supercoppa italiana dall’Inter, eliminato dal Torino in Coppa Italia e appena quarto in campionato, sempre che alla Juventus, domani non restituiscano i quindici punti di penalizzazione?
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D’accordo, il Milan non ha ancora perso al "Maradona" e la Juve, meno 15 alla mano, è ancora lontana. Tuttavia il crinale tra una stagione potenzialmente trionfale (c’è chi sogna una grande kermesse milanista con Ancelotti in finale ad Istanbul) e un’altra, mediocre o fallimentare, è assai sottile. Calcisticamente parlando, Milano è diventata una strana metropoli: da una parte c’è Pioli con il quale il MIlan continuerà l’avventura anche se dovesse chiudere l’annata senza titoli e senza Champions (un bagno di sangue). Dall’altra, tutti noi abbiamo raffigurato Simone Inzaghi perennemente appeso ad un filo, nonostante abbia conquistato la Supercoppa italiana, sia in semifinale di Coppa Italia e abbia rifilato, nell’andata dei quarti di Champions, due gol al Benfica in Portogallo.
Certamente Inzaghi ha una squadra più forte di quella di Pioli. Sicuramente l’anno scorso ha regalato all’avversario milanista lo scudetto. Probabilmente essere al momento fuori dalla zona Champions pesa, dal punto di vista economico, più all’Inter che al Milan. Però lo squilibrio nel giudizio e nelle eventuali conseguenze esiste. Pioli - l’ho detto - sembra non rischiare nulla. Inzaghi, se disgraziatamente uscisse domani, sarebbe esonerato seduta stante. Il modo peggiore per fargli preparare una partita decisiva.
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D’accordo, il Milan non ha ancora perso al "Maradona" e la Juve, meno 15 alla mano, è ancora lontana. Tuttavia il crinale tra una stagione potenzialmente trionfale (c’è chi sogna una grande kermesse milanista con Ancelotti in finale ad Istanbul) e un’altra, mediocre o fallimentare, è assai sottile. Calcisticamente parlando, Milano è diventata una strana metropoli: da una parte c’è Pioli con il quale il MIlan continuerà l’avventura anche se dovesse chiudere l’annata senza titoli e senza Champions (un bagno di sangue). Dall’altra, tutti noi abbiamo raffigurato Simone Inzaghi perennemente appeso ad un filo, nonostante abbia conquistato la Supercoppa italiana, sia in semifinale di Coppa Italia e abbia rifilato, nell’andata dei quarti di Champions, due gol al Benfica in Portogallo.
Certamente Inzaghi ha una squadra più forte di quella di Pioli. Sicuramente l’anno scorso ha regalato all’avversario milanista lo scudetto. Probabilmente essere al momento fuori dalla zona Champions pesa, dal punto di vista economico, più all’Inter che al Milan. Però lo squilibrio nel giudizio e nelle eventuali conseguenze esiste. Pioli - l’ho detto - sembra non rischiare nulla. Inzaghi, se disgraziatamente uscisse domani, sarebbe esonerato seduta stante. Il modo peggiore per fargli preparare una partita decisiva.