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Piola, retroscena di un mito: la politica lo portò alla Lazio invece che a Milano, il bombardamento del '45, la 'manina'...
DA VERCELLI AL TETTO DEL MONDO - Nato il 29 settembre 1913 a Robbio Lomellina in provincia di Pavia, Gioacchino Italo Silvio Piola ben presto segue la famiglia che ritorna a vivere in Piemonte, a Vercelli. Come tutti in quegli anni, Piola inizia a prendere a calci una palla di stracci lungo le strade di Vercelli, quindi, crescendo, con gli amici va a giocare nella squadra della Veloces e lì si mette in mostra tanto che, una volta che la squadra entra definitivamente nell'orbita della Pro Vercelli, Piola a soli 16 anni fa il suo esordio in serie A con le “bianche casacche”.
Per Piola è tempo di servizio militare, ma intanto su di lui ha messo decisamente gli occhi l'Ambrosiana-Inter che arriva anche a tesserarlo, ma la politica ci mette lo zampino. Già nell'estate del 1933 la Pro Vercelli aveva iniziato a cedere i suoi pezzi pregiati ma aveva resistito alle richieste per Piola. Il ragazzo non la prende benissimo tanto che, a leggere La Gazzetta dello Sport dell'epoca, Piola non si presenta agli allenamenti. Il dissidio tra giocatore e dirigenza vercellese si ricompone ad inizio campionato, quando viene garantito a Piola che a fine campionato sarebbe stato ceduto all'Ambrosiana. Tutto sistemato? Non proprio, perchè né il calciatore, né le due società hanno fatto i conti con la politica. Il presidente della FIGC Vaccaro e il segretario amministrativo del partito Martinelli fanno di tutto per bloccare il trasferimento di Piola all'Ambrosiana. A Piola arriva la cartolina precetto con destinazione Roma. A quel punto o firma per la squadra milanese, restando di fatto fermo un anno, oppure va giocare a Roma, sponda Lazio che è società alla quale è molto vicino il generale Vaccaro. Così nell'estate del 1934 Silvio Piola viene ingaggiato dalla Lazio: 250.000 lire il cartellino, 3.000 lire lo stipendio mensile iniziale. Piola lascia la Pro Vercelli dopo 50 reti segnate in 5 campionati. Con la Lazio Piola resterà per 9 anni, diventando una leggenda del nostro calcio. Nei suoi anni romani vincerà due volte il titolo di capocannoniere della serie A e farà il suo esordio in Nazionale. Con la maglia dell'Italia Piola vince la Coppa Internazionale del 1933-35 giocando le ultime due partite. Il suo esordio in maglia Azzurra è di quelli che si fanno ricordare: sua la doppietta con la quale l'Italia sbanca 2 a 0 Vienna. A quella partita è legato un ricordo struggente riportato dalla figlia Paola in un'intervista a Il Giornale. Durante la guerra Piola è nella sua casa in Piemonte e un giorno un tedesco bussa alla porta e chiede di Silvio. La moglie risponde che non c'è nessuno. Il tedesco se ne va, ma ritorna il giorno seguente e l'altro ancora. Alla fine Piola va alla porta, i due uomini si guardano negli occhi e si abbracciano. Il tedesco in questione è Peter Platzer, il portiere dell'Austria alla quale Piola aveva segnato le due reti del suo esordio azzurro. Il punto più alto della sua carriera lo raggiunge tre anni dopo l'esordio in azzurro, quando nel 1938 Piola vince la Coppa del Mondo segnando 5 reti, due in finale.
Professionista esemplare, sobrio, e molto attento alla cura del proprio corpo e alla preparazione fisica, Piola ha potuto giocare per così tanti anni ai massimi livelli. Era un interprete moderno del ruolo di centrattacco, Piola amava giocare spalle alla porta e andarsi a prendere il pallone, difenderla e giocarla quindi con i compagni. Terminata la carriera da calciatore, dopo alcune brevi esperienze da allenatore, Piola entra nell'organigramma della Federazione come istruttore nei corsi di preparazione per allenatori. Molto interessanti sono alcuni filmati reperibili in rete e negli archivi Rai nei quali Piola insegna con maestria le basi del gioco del calcio.
È MORTO PIOLA - Piola muore nell'ottobre del 1996, tre anni dopo aver ricevuto l'ultima onorificenza direttamente dalle mani dell'allora Presidente della Repubblica Scalfaro. Eppure a Piola il funerale lo avevano già celebrato moltissimi anni prima. Con la sospensione dei campionati a causa della guerra Piola aveva fatto ritorno in Piemonte e lì aveva ottenuto il permesso di poter giocare con il Torino Fiat il campionato Alta Italia. Alcuni mesi prima, agli inizi del 1945 a Roma inizia a spargersi una voce incontrollata secondo la quale Piola sarebbe rimasto ucciso sotto un bombardamento aereo a Milano. Il periodo storico è quello che è, le comunicazioni tra nord e centro-sud in Italia sono frammentarie, difficili. Per circa quattro mesi a Roma, tra conferme e smentite, vengono celebrate messe in suffragio sino a quando a maggio arriva la smentita ufficiale: Piola è vivo! Piola non solo è vivo, ma continua a giocare – e a segnare – e lo farà per tanti anni ancora.
RE DEI BOMBER - Silvio Piola esordisce in serie A nel 1930 con le “bianche casacche” della Pro Vercelli e appende al chiodo gli scarpini nel 1954, dopo l'ultima stagione in massima serie con il Novara. 24 anni di calcio ad altissimo livello, Piola è ancor oggi il miglior marcatore di sempre della serie A con 290 reti in 566 partite giocate con Pro Vercelli, Lazio, Torino, Juventus e Novara. Tra i primati anche quello del maggior numero di reti segnate in una sola partita. Piola segna ben 6 reti durante un Pro Vercelli-Fiorentina del 1933, record poi eguagliato da Sivori nel 1961 durante il famoso Juventus-Inter 9-1. Una carriera lunghissima e luminosa anche in Nazionale. Con la maglia Azzurra Piola gioca 34 partite e segna 30 reti, con una media reti che è ancora un record in Italia. Esordisce nel marzo del 1935, nel 1952 viene convocato a furor di popolo e a suon di reti messe a segno con il Novara quando Piola ha già abbondantemente compiuto i 38 anni di età per un'ultima partita. L'avversario è l'Inghilterra, quella stesa Inghilterra alla quale nel 1939 Piola aveva segnato una rete di mano, rete che passerà alla storia come “la manina di Piola”. Come bene viene sintetizzato nel libro "il senso del gol" di Lorenzo Proverbio e Paola Piola – lei figlia di Silvio e curatrice della mostra dedicata al padre – Piola avrebbe senza fatica superato il muro delle 300 reti segnate senza l'interruzione dei campionati durante la guerra. Una leggenda del calcio senza tempo.