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    Piatek: 'Segnare è come stare in ufficio. Futuro in una big, voglio la Champions'

    Piatek: 'Segnare è come stare in ufficio. Futuro in una big, voglio la Champions'

    Zero gol con Ivan Juric, “ma è solo una casualità”, spiega Krzysztof Piatek in un’intervista al Corriere della Sera. L’attaccante polacco del Genoa ha poi aggiunto: “Non esiste chi in Europa segna a ogni partita: i gol torneranno. Il Genoa è un gran club, ma oggi non tra i più forti d’Italia. Più facile far gol al Real Madrid o alla Juve, si segna con più semplicità”. 

    INIZIO - “Non lo immaginavo neanche, di essere capocannoniere. La stagione però è lunga, non mi posso accontentare. I gol servono, sono affamato, voglio farli e poi quelli segnati alla fine sono ancora più pesanti”. 

    FUTURO - “Volevo diventare questo: un bomber. Avevo due anni la prima volta che ho iniziato a calciare. Non c’era granché da fare al mio paese, Dzierzoniow. Il mio primo allenatore è stato mio padre, lui mi ha aiutato a diventare un calciatore senza mettermi pressione. Diciamo così: sono un giocatore costruito in casa, anzi per strada”.

    CURIOSITÀ - “Nessuno dei miei compagni mi conosceva e sinceramente ci speravo. Mi sono detto: “Se loro non lo sanno che ho fatto 21 gol e segno quasi a ogni partita, magari non lo sanno neppure i difensori che affronterò”. Essere uno sconosciuto in fondo mi ha dato un vantaggio. Neanche io conoscevo i miei compagni del Genoa. Dopo che ho firmato ho acceso la Playstation e li ho cercati lì”.

    ESORDIO - “4 gol al Lecce in Coppa Italia? Per me è stato solo un altro giorno in ufficio. Diciamo così in Polonia, per dire nulla di speciale. Quattro gol in 38 minuti, mi sembrava tutto facile, naturale, normale”. 

    RIPOSO - “Glaciale? No, sono solo calmo, ma non sono certo il tipo che conserva articoli e foto. Anche durante la settimana uso il tempo libero per riposarmi. Sono un professionista e devo concentrarmi anche nella mia vita privata sulla crescita, il riposo è parte dell’allenamento”. 

    UNA BIG - “Mi sento un po’ come Colombo: lui andava per mare, io viaggio con il gol in valigia. Il sogno di chi viene a Genova da giovane è che sia il trampolino per andare in una grande. Se continuo così posso arrivare in un top club europeo”.

    OBIETTIVO - “Non mi ero dato un obiettivo, ma visto che ormai ci sono quasi confesso di pensare già alla doppia cifra. A questo punto spero più di 20 gol”. 

    LEWANDOWSKI - “Oggi non reggo il confronto, ma posso arrivare a quei livelli. Quando giochi in serie A devi avere la testa sgombra, usarla sempre e non solo per far gol. È sbagliato pensare: “Ho fatto 5 gol, sono un dio del calcio”. Non sei nessuno, altroché. La strada è lunga”. 

    CHAMPIONS - “L’obiettivo è la Champions, voglio arrivare lì. Voglio ringraziare il presidente Preziosi che mi ha dato questa chance, c’è solo un modo di ripagarlo della fiducia e dell’investimento: fare tanti gol. Non deluderò: né lui né me”.
     

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