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Piatek: 'Non ero al top, mi serve tempo. Giampaolo si fidi di Paquetà, sulla 9...'
SUI DIFENSORI ITALIANI - "Ci sono situazioni, come a Cesena, in cui i difensori mi tenevano per entrambe le braccia, come in una battaglia. E' strano che in Italia gli arbitri difendano i difensori più che gli attaccanti".
SULLA SCORSA STAGIONE - "Non me l'aspettavo. Se segni 30 gol in 48 partite non è fortuna, lo è se magari ne segni 8 in 6 partite".
SULLA NUMERO 9 - "L'allenatore mi ha detto scherzando che le persone prendono sul serio queste cose. In spogliatoio, dopo la partita con il Brescia in cui la palla ha quasi attraversato la linea, i compagni mi hanno detto che era colpa del 9, ma io ho sempre voluto giocare con quella".
SUL PIATEK ATTACCANTE - "In Italia dicono che sono il tipico polacco, sempre in area. Le statistiche non mostrano queste, tocco spesso la palla e seguo la squadra, ma la gente dice che devo lavorare per giocare fuori dall'area".
SUL GIOCO DEL MILAN - "Vogliamo il pallino del gioco, credo che alcune volte dovremmo optare per alcune soluzioni più facili.
SULLO SPOGLIATOIO - "Colui che scherza è senza dubbio Kessié, un ragazzo molto molto positivo e incredibilmente pazzo. Non si preoccupa, entra nello spogliatoio sparando, danzando, mette la musica dal cellulare di tutti".
SUL RAPPORTO CON PAQUETA' - "A volte comunichiamo in uno scarso italiano, a volte lui dice qualcosa in portoghese. Gattuso era confuso su come mai fossimo così d'accordo, ma siamo amici molto uniti".
SU PAQUETA ' - "Ha un potenziale incredibile. Non è solo tecnica e skills, ma gambe davvero forti e fisico. Ha senso del rischio, a volte Giampaolo si arrabbia, ma è un giocatore di cui fidarsi".