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    Ancelotti sbaglia formazione, Gattuso azzecca tutto: il Milan è da Champions

    Ancelotti sbaglia formazione, Gattuso azzecca tutto: il Milan è da Champions

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    A tutto Piatek. Due gol all'esordio dal primo minuto stendono il Napoli, esaltano il Milan, cancellano Higuain (mai visto ai livelli del polacco) e introducono un tema: Piatek può diventare un fuoriclasse? Ci sarà tempo per affrontare l’argomento.

    Intanto non si può ignorare quello che ha fatto nel primo quarto di finale di Coppa Italia, qualificando il Milan alla semifinale: due gol - uno più bello dell’altro - nell’arco di ventisette minuti contro una delle difese più forti d’Italia. 
    Certo, nel primo caso Maksimovic si è fatto superare dalla palla in modo superficiale e nel secondo Koulibaly gli ha lasciato almeno due metri per controllare, preparare il tiro e concludere. Tuttavia un dato balza all’occhio: su tre palloni toccati in area o nei paraggi dell’area, due sono finiti nel sacco. Stupendo il secondo perché realizzzato contro i due centrali del Napoli colpevoli di mancata marcatura (Koulibaly) e di mancata copertura (Maksimovic). Però il fendente di destro di Piatek, sul secondo palo, è stato di una precisione e di una potenza straordinarie. 

    Piatek è il gol, Bakayoko è il gioco. Il Milan è passato perché ha segnato (è questo è lapalissiano), ma perchè in mezzo al campo, soprattutto nel primo tempo, Bakayoko ha vinto tutti i contrasti, ha amministrato palla di prima, ha strappato con l’intento (riuscito) di guadagnar metri, ha messo fisico, fiato e piedi finissimi prima per fare la partita, poi per amministrarla. Nelle valutazioni individuali sta sotto a Piatek solo di mezzo voto, ma è la nota lieta - e non da oggi - di un Milan che, come ho avuto modo di scrivere, può ambire al quarto posto e adesso, perchè no, anche alla Coppa Italia. In semifinale sarà doppia sfida con la vincente di Inter-Lazio. 

    Il Napoli, che già aveva deluso sabato, ha fatto peggio tre giorni dopo. Cervellotica, almeno per me, la formazione di Ancelotti che ha schierato quattro centrocampisti puri e tutti portati alla costruzione, in un 4-4-2 senza Callejon a destra, una novità quasi assoluta. 
    Come Ancelotti pensasse di attaccare il Milan sugli esterni per me resta un mistero. E’ vero che in difesa spingevano - e hanno spinto - sia Malcuit che Ghoulam, ma Fabian Ruiz e Zielinski sugli esterni sono stati un azzardo senza alcun senso. 
    Dice l’esperto: entrambi avevano già giocato in quei ruoli. Vero, ma mai come questa volta hanno tentato di andare per le vie centrali, dove ha spadroneggiato Bakayoko. Inoltre non si è capito chi avrebbe dovuto dare geometrie o cercare l’imbucata tra Allan (sostituito all’intervallo da Ounas) e Diawara (sostituito al 58’ da Mertens). 

    Non c’è dubbio che sia stato più logico passare prima al 4-3-3 (Ounas, Milik e Insigne davanti) e poi al 4-2-4: Fabian Ruiz e Zielinski centrali (a dimostrazione di quel che ho appena scritto), con Ounas, Mertens, Milik e Insigne davanti. 
    Il capitano è quello che ci ha provato di più nel primo tempo (su otto tiri verso la porta del Milan, sei sono stati di Insigne), Ounas il più pericoloso nella ripresa (66’, respinta faticosa di Donnarumma), Milik il meno presente per tutta la partita. Sarà perché nel gioco aereo Romagnoli e Musacchio hanno sempre avuto la meglio, sarà perché Milik non sembra più brillante come qualche settimana fa. 

    Gattuso è riuscito nel doppio intento: realizzare un cospicuo turnover (cinque cambi rispetto a sabato) e cogliere la qualificazione contro un avversario più forte. Quando ho letto la formazione del Milan ho pensato che Rino avesse scelto di preservare energie per Roma, dove domenica è in palio mezza Champions League, invece ha azzeccato tutto: da Laxalt (autore del lancio per il primo gol di Piatek) a Castillejo, da Borini a Piatek subito, nonostante sia a MIlano da meno di una settimana. 

    Paquetá non è ancora sui livelli di eccellenza mostrati a Genova, ma ha avuto il merito di servire al compagno il pallone del 2-0. Piatek ha fatto molto da solo, ma senza quell’assist non ci sarebbe stato gol. 
    Un’ultima considerazione sul neo attaccante del Milan. E’ un centravanti classico, ha forza per lottare con i centrali avversari e attacca sempre la porta al limite del fuorigioco. Una sorta di Filippo Inzaghi, più massiccio, più potente e più esplosivo. Farà strada lui con il Milan e il Milan con lui. Da tenere stretto a lungo. Altro che Higuain. 



    IL TABELLINO:

    Milan-Napoli 2-0

    GOL: 11', 27' pt Piatek (M)

    MILAN: Donnarumma, Abate, Musacchio, Romagnoli, Laxalt; Kessié, Bakayoko, Paquetá (dal 40' st Rodriguez), Castillejo, Piatek (dal 33' st Cutrone), Borini (dal 15' st Calhanoglu). A disp: Donnarumma A., Plizzari, Calabria, Conti, Rodríguez, Bertolacci, Mauri, Montolivo, Cutrone, Çalhanoglu, Suso, Tsadjout. All. Gattuso.

    NAPOLI: Meret, Malcuit, Koulibaly, Maskimovic, Ghoulam, Fabian, Allan (dal 1' st Ounas), Diawara (dal 13' st Mertens), Zielinski, Insigne, Milik. A disp: Ospina, Karnezis, Luperto, Mario Rui, Hamsik, Ounas, Mertens, Callejon, Gaetano.  All. Ancelotti.

    AMMONITI: 35' pt Milik (N), 40' pt Koulibaly (N). 
     

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