Pessina: un jolly per Pioli, ma la nuova Roma di Fonseca...
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NEL NUOVO 3-4-2-1 DI FONSECA – In effetti il nuovo sistema di gioco adottato dal portoghese sembra quasi una premessa. Da Roma-Parma in giù, Fonseca punta sul 3-4-2-1. Proprio lo stesso modulo del Verona di Juric, allenatore grazie al quale il classe ’97 proveniente dall’Atalanta si è trasformato in un giocatore molto più offensivo. Ecco Pessina appena prima del gol segnato ai neroverdi nel recente Sassuolo-Verona. Trequartista di destra, sotto la prima punta Pazzini.

Attualmente è Pellegrini a ricoprire la stessa posizione nella Roma. Ma in teoria quello sarebbe pure il ruolo di Carles Perez e soprattutto Zaniolo, bischerate, infortuni e mercato permettendo.

Difficile immaginare Pessina altrove nella Roma, ad esempio in mediana, sia perché Fonseca l’ha apprezzato prevalentemente come trequartista, sia perché Diawara e Veretout, quando stanno bene, sono una bella coppia. Dovesse partire Zaniolo (e con lui anche Cristante), Pessina alla Roma avrebbe un certo senso. È un equilibratore, un centrocampista offensivo come Pellegrini, in grado quindi di bilanciare il sistema, se schierato davanti, o di tornare comunque utile se riciclato in mediana, magari per fare rifiatare a turno uno dei due titolari. Rischio doppione Pellegrini-Pessina? Interessante la differenza nel campionato in corso tra Lorenzo e Matteo: uno vede il compagno, l’altro la porta. Pessina segna (7 gol, 0 assist), Pellegrini imbuca (11 assist, un solo gol). L’attuale trequartista della Roma non ha mai superato i 6 gol (Sassuolo 16/17), mentre il miglior marcatore di Juric in passato è arrivato persino a quota 9, nel Como (16/17) di Fabio Gallo in Lega Pro. Pessina allora giocava un po’ mezzala, un po’ trequartista, un po’ nei sistemi a tre, un po’ nel 4-3-1-2.
UN CENTROCAMPISTA PER PIOLI? – E come trovare spazio in questo Milan del confermatissimo Pioli? Fra i titolari dubito fortemente, Calhanoglu è salito in cattedra e Bennacer e Kessie stanno mostrando tutto il loro valore. Non si toccano. Detto ciò, nel 4-2-3-1 servono anche i cambi adatti, e la rosa attuale ha più mezzali-esterni-trequartisti (Paquetá, Bonaventura, Krunic…) che interni per un centrocampo a due. C’è solo Biglia dietro ai titolari. Ecco che allora si può ricordare l’utilizzo che faceva il Gasp di Pessina. Il tecnico di Grugliasco lo preferiva in mediana, vedere il 3-3 con la Roma di inizio stagione 18/19.

Pessina allora partecipò alla costruzione del secondo gol di Rigoni (azione notevole).

Tra l’altro lo stesso Juric ha optato talvolta per questa soluzione. Mi viene in mente il secondo tempo di Verona-Juventus, quando per premere l’acceleratore l’allenatore croato buttò dentro Verre per Veloso, arretrando appunto Pessina.

Proprio da una pressione agguerrita di Pessina su Bentancur (il tacco funesto…) nacque l’uno a uno di Borini. E blackout fu.

Vanno considerati qui altri due dati incoraggianti. Il primo: Pessina è all’undicesimo posto nella classifica dei km percorsi con 11,121 km di media (Barella per dire è nono a 11,193; Kessie ventiduesimo a 10,863). Il secondo: Pessina, coi suoi 243 recuperi, supera sia Bennacer (239) che Kessie (163).
VICE CALHA? – In ogni caso Pessina farebbe comodo al Milan anche sulla trequarti, come vice Calha. In certi sviluppi del Verona infatti si possono notare delle somiglianze col gioco di Pioli. Se nell’immagine seguente sostituite uno dei due ‘quinti’ in proiezione (Faraoni) con un esterno puro (Saelemaekers), potreste ritrovare le posizioni sviluppate del 4-2-3-1 di Pioli, con Hernandez salito in ampiezza a sinistra (qui dove sta Lazovic), l’ esterno dentro al campo (Zaccagni-Rebic), il trequarti (Calha-Pessina) e la prima punta.

Pessina sarebbe poi una carta alternativa e complementare al turco, in quanto è più incursore di Calhanoglu, più saltatore (1,87 m).
