Premi CM.com. Perrone: 'Juve? Prognosi riservata. Milan, Inter e Napoli sul podio'
E' un'intervista a urne chiuse quella con Roberto Perrone, nel senso che le votazioni per i Premi Calciomercato.com si sono concluse e abbiamo i tre vincitori (Andrea D'Amico, Ivan Zazzaroni e Pierluigi Casiraghi). In ogni caso, è comunque un piacere e un onore per la nostra testata parlare di calcio e di sport con Perrone, firma di punta del Corriere della Sera, per il quale ha seguito tutti i più importanti avvenimenti sportivi dell'ultimo decennio (le Olimpiadi, i Mondiali di calcio, i grandi tornei di tennis), e autore di romanzi di successo come 'Zamora', 'La lunga' e l'ultimo 'Occhi negli occhi'.
In occasione della medaglia d'oro vinta dal Settebello nei recenti Mondiali, sul Corriere lei ha scritto di un momento di "vero grande sport", regalatoci dalla pallanuoto. Il calcio riesce ancora a essere un vero grande sport?
"Lo è sempre meno. L'emozione della pallanuoto è paragonabile solo ai Mondiali di calcio del 2006, ma forse i Mondiali del 2006 sono stati un po' meno emozionanti. Per quanto riguarda il calcio, c'è una gara ogni tanto che mi piace, è un calcio sempre meno affascinante. Alla tv guardo una partita solo quando me lo chiede mio figlio e la guardo insieme a lui. E' meno emozionante di un tempo. Ma il problema non sono i soldi: si può fare un bello spettacolo in campo anche se intorno ci sono i soldi, gli sponsor eccetera. Non è che il business esclude lo spettacolo sul campo. E' che in Italia al momento non riusciamo a offrire un bello spettacolo sul campo".
La Liga spagnola si è fermata per lo sciopero dei calciatori, poi è stato il turno della Serie A. Cosa succede al calcio?
"Succede quello che accade in tutti i settori aziendali. La crisi economica tocca tutti, dall'operaio al calciatore. Che poi il calciatore di grande livello parta da un ingaggio milionario rende questa immagine del calciatore che sciopera un po' grottesca. Ma il problema è che si tratta di gente che guadagna, ma con un padrone che paga. I calciatori dicono: se tu mi vuoi trasferire dove io non voglio andare, io non ci vado, come è successo per Amauri. Molta responsabilità è dei presidenti, che hanno fatto le cicale per anni. E ora, chi ha avuto dei privilegi, non li vuole rimettere in discussione. Lo spettacolo è misero".
Intanto cambia la geopolitica del calcio: arrivano gli sceicchi in Premier, in Ligue 1 e nella Liga, mentre la Fifa assegna i Mondiali al Qatar...
"Sono curioso di vedere tutto questo alla prova di Platini. Proprio all'approssimarsi dell'avvento del fair-play finanziario, arrivano questi ricconi. Le nostre società non possono reggere il passo: negli anni 80 c'era tutto il meglio del mondo, da Maradona a Platini, da Zico a Rummenigge, ora invece...".
In Italia invece arriva un americano, DiBenedetto...
"Non è quello che ha i cordoni della borsa. I soldi sono di un altro, e questo mi preoccupa un po'. E' una situazione un po' strana, anche perché ci si è messo tanto a chiuderla. Mi auguro per la Roma che si tratti di una società solida".
Si è chiuso da poco il mercato estivo. Chi mette sul podio?
"Sul podio Milan, Inter e Napoli. Il Milan ha preso buoni giocatori, che completano una rosa competitiva. L'Inter ha perso Eto'o, ma se tutti stanno bene e giocano al loro meglio, può fare un buon campionato. Il Napoli non ha perso i suoi big e ha preso buoni giocatori. Se poi, come l'anno scorso, ha la fortuna di non avere infortuni, può ripetersi ad alti livelli".
E la Juventus?
"Preferisco tenermi la 'prognosi riservata' sul mercato bianconero. Non mi convince completamente. La vera svolta per una squadra è il campione. Il Milan ha fatto il salto di qualità quando ha preso Ibrahimovic. Per la Juve si parlava di top player, ma se il top player era Giuseppe Rossi... E' bravo, ma per fare un salto verso l'alto servono i Messi, i Cristiano Ronaldo, gli Ibrahimovic. Ma la Juventus ora quel tipo di giocatore non lo può prendere. Mi auguro comunque che la Juventus faccia un grande campionato, anche perché la seguirò da vicino ed è sempre meglio seguire le squadre che vanno bene. E' tutto più tranquillo e si lavora meglio".
Ha in programma un nuovo romanzo a tema anche sportivo?
"Il calcio aveva una prevalenza maggiore in 'Zamora', negli altri romanzi non è stato così. Ora utilizzo lo sport così come Hitchcock utilizzava il suo volto nei film, come aggancio. Nel prossimo romanzo, ad esempio, il protagonista sarà uno sportivo, non dico di quale sport, ma il legame con lo sport finisce lì. Giusto come aggancio".