Calciomercato.com

  • Getty Images
    Perotti a CM: "Totti? Faceva lo scavetto al portiere in porte di mezzo metro"

    Perotti a CM: "Totti? Faceva lo scavetto al portiere in porte di mezzo metro"

    • Francesco Guerrieri

    Scrive. Cancella. Riscrive. Ci pensa, riflette. Diego Perotti è con uno smartphone tra le mani e nella testa ripercorre tutti i momenti più significativi della sua carriera. E' arrivato il giorno di ritirarsi, ma la cosa difficile è dirlo a tutti. E' il 12 settembre 2024, a 36 anni lascia il calcio e lo annuncia con una lunga lettera sui suoi profili social: "Dopo tanti anni di carriera è stato duro non riuscire a farlo in campo - racconta in esclusiva Perotti nella nostra intervista - l'ultimo club nel quale ho giocato è stata la Salernitana, ma purtroppo erano già due anni che non scendevo in campo".


    Possiamo dire che con quel tuo gol contro il Genoa nel 2017 hai salvato la festa d’addio di Totti? La Roma che vince 3-2 e arriva seconda.
    "Beh, direi di sì. Già era una giornata amara che nessun romanista avrebbe voluto vivere, in più se dopo una stagione pazzesca e un'ottantina di punti non fossimo arrivati neanche secondi sarebbe stata una grande beffa. Giocavamo in un Olimpico pienissimo, era una partita che avremmo dovuto vincere facilmente invece si è complicata: per fortuna al 90' ho segnato; non mi ricordavo neanche di giocare contro il Genoa, altrimenti non avrei esultato in quel modo".

    Ci racconti un aneddoto con Totti?
    "Vi posso dire che mio figlio si vede e rivede più volte l'addio al calcio di Totti. E' stata una giornata storica, è stato un mix di emozioni: ero contento perché ero lì a vivere quel momento da brividi, ma consapevole che non l'avrei più rivisto nello spogliatoio".

    Com'è stato giocare con lui?
    "Condividere momenti con questi campioni è bellissimo, è meno bello avere la consapevolezza che tu, a quei livelli, non ci arriverai mai. Un conto è vederli in tv, un conto in allenamento tutti i giorni: Totti calciava dieci volte in porta e tutte e dieci il pallone finiva sotto l'incrocio, faceva lo scavetto al portiere nella porticina di mezzo metro... Io ho giocato a calcio da quando avevo 7/8 anni come lui, mi allenavo tutti i giorni come lui, ma non ce n'era: questi calciatori sono diversi, hanno qualcosa di speciale".

    Sei rimasto molto amico con De Rossi, come sta? 
    "Lo sento spesso. Sicuramente ha vissuto una situazione negativa, non solo come persona ma anche da simbolo della Roma. Uno come lui, o come Totti, che hanno fatto la storia, dovrebbero essere ancora nel club. Con i risultati è stato sfortunato, ma forse non gli hanno dato il tempo del quale aveva bisogno; nel calcio, però, di tempo non ce n'è".

    L'INTERVISTA COMPLETA 


    Altre Notizie