Pernambuco: Tevez via, smacco Juve
Generosissima anche la Juventus col caso Tevez. Pagato 12 milioni, lo “rivende” ora al Boca per circa 5, regalando per di più al giocatore un anno di contratto. Sarà che la Juve non persegue mai il suo interesse, che nel suo imprinting è marchiata a fuoco la parola “stile”, che per lei prima di tutto c’è la serenità dell’ intero staff, dal magazziniere ai giocatori, ma privarsi della sua punta di diamante per una manciata di soldi ha dell’incredibile. Ora come ora, la Juve è più debole dell’ anno scorso, però nessuno pare accorgersene. Anzi. Fioccano commenti entusiasti per questa bella operazione di mercato, che pare improntata non ai principi di un robusto rafforzamento, ma ai dettati del libro “Cuore”. D’altra parte De Amicis era di Torino.
Nedved lo ha detto francamente “Tevez è insostituibile”. E allora che si fa? Si lascia andar via, causa una scelta di vita sentimentale: il ritorno a Buenos Aires e alla squadra in cui è nato. C’è da chiedersi perché? La risposta è semplice e bizzarra al tempo stesso: Tevez non voleva più giocare nella Juve. Ma non era legato da un contratto triennale? “Beh - questa la ragione in un tira e molla che dura da mesi - se non vuole più stare qui mica lo possiamo trattenere”. Saggio e tortuoso ragionamento che dimostra come i contratti siano inutili (sempre che ce ne svelino le postille e le eccezioni) perché se un giocatore non vuole rispettarli ha un'arma micidiale: incrocia le braccia, anzi le gambe. Il caso Tevez, assomiglia a quello del bambino che vuole cambiare scuola a costo di farsi bocciare a ripetizione. In questo caso, però pensavamo di essere in un mondo di adulti, invece mamma Juve si è dovuta piegare a quello che suona come un ricatto di uno dei suoi figli prediletti. Prendere o lasciare, racimolare una manciata di milioni e amen, altro che stile o generosità. Sì, però Carlitos ha dato tanto in due anni e poi arriva Vadalà (non in proprietà, ma in prestito con diritto di riscatto, quindi non pagato dalla cessione dell’Apache) presentato come il “nuovo Messi”, quindi un affarone.
E così quello che è un vero e proprio smacco, passa per una vittoria, per un bel gesto di generosità. E’ proprio vero: “Col Cuore si vince!”.
Fernando Pernambuco