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Perin: 'Non sono un untore, basta cliché sui calciatori viziati. Il Covid è subdolo, ho avuto paura'
E' stato il primo giocatore del Genoa a risultare positivo al Covid-19 nella settimana che portava all'incriminata partita contro il Napoli del 27 settembre scorso, dopo la quale esplose il focolaio all'interno dello spogliatoio rossoblù. Ma Mattia Perin, intervistato da La Repubblica, non ci sta a passare per l'untore di turno: "Il 21 settembre mi recai a Torino per rivedere mia moglie e i bambini, era un lunedì: al contrario di quanto è stato detto, non esiste alcuna evidenza che io abbia contratto il Coronavirus proprio quel giorno. Il mercoledì seguente ci sottoponemmo ai tamponi, come sempre. Il risultato arrivò il giovedì mattina: tutto ok, ma la sera avevo la febbre".
Sul cliché del giocatore viziato e poco attento nei comportamenti: "Siamo molto scrupolosi. Nessuno toglie la mascherina, rispettiamo regole e distanziamenti, poi è chiaro che in campo veniamo a contatto, è inevitabile. Questa è una malattia subdola, la puoi prendere in taxi, oppure schiacciando il bottone di un ascensore. Nella mia famiglia sono tutti negativi. La verità è che in una dozzina di ore cambia il quadro clinico, neppure gli specialisti sanno molto del Covid 19. E sia chiaro che il caos di Juve-Napoli non è iniziato per colpa del Genoa".
Perin ha una sua idea sulla pandemia: "Resto convinto che tutto sia nato in laboratorio e non dalla trasmissione animale. Paura? Noi atleti siamo un po’ tutti ipocondriaci, il corpo è il nostro strumento di lavoro e lo vogliamo tarato sempre alla perfezione. Ma se un infortunio lo metti in conto, per le malattie è diverso. E questa è differente da tutte. Infida, come ogni nemico sconosciuto".
Sul cliché del giocatore viziato e poco attento nei comportamenti: "Siamo molto scrupolosi. Nessuno toglie la mascherina, rispettiamo regole e distanziamenti, poi è chiaro che in campo veniamo a contatto, è inevitabile. Questa è una malattia subdola, la puoi prendere in taxi, oppure schiacciando il bottone di un ascensore. Nella mia famiglia sono tutti negativi. La verità è che in una dozzina di ore cambia il quadro clinico, neppure gli specialisti sanno molto del Covid 19. E sia chiaro che il caos di Juve-Napoli non è iniziato per colpa del Genoa".
Perin ha una sua idea sulla pandemia: "Resto convinto che tutto sia nato in laboratorio e non dalla trasmissione animale. Paura? Noi atleti siamo un po’ tutti ipocondriaci, il corpo è il nostro strumento di lavoro e lo vogliamo tarato sempre alla perfezione. Ma se un infortunio lo metti in conto, per le malattie è diverso. E questa è differente da tutte. Infida, come ogni nemico sconosciuto".