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  • Perché la Figc non paga i 3 milioni di clausola al Napoli

    Perché la Figc non paga i 3 milioni di clausola al Napoli

    • Redazione CM
    "E' una questione di principio". Con queste parole oggi Aurelio De Laurentiis ha ribadito la sua irremovibile posizione nel non voler concedere a Luciano Spalletti la possibilità di legarsi alla panchina della Nazionale senza dover passare dal pagamento della tanto chiacchierata clausola. La Figc intanto va avanti e lo fa per il medesimo motivo: per una questione di principio

    NON CONCORRENZA - Il primo motivo per cui Gabriele Gravina sembra andare avanti spedito nella designazione di Luciano Spalletti come successore di Mancini è legato all'applicabilità stessa della clausola. Clausola che al momento della stipula intendeva scongiurare una "concorrenza" evitando all'allenatore di legarsi ad un club che potesse in qualche modo porsi come rivale del Napoli, in Serie A o nelle competizioni europee. Ed è proprio su questo principio fa leva la posizione della FIGC che - per questione di principio - non vuole pagare la clausola, considerando la panchina della Nazionale una posizione per nulla in concorrenza con gli interessi del Napoli.

    PAR CONDICIO - Il secondo motivo risiede invece nel significato che potrebbe acquisire il pagamento di una clausola da parte della FIGC ad un club di Serie A. Se Gravina versasse 3 milioni nelle tasche di Aurelio De Laurentiis per liberare Spalletti in qualche modo "finanzierebbe" il Napoli. Evento che - per una semplice questione di par condicio nei confronti di tutti i club - la Federazione preferisce evitare. 

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